Il “made in Varese” è sbarcato sulle passerelle d’alta moda newyorkesi, grazie al brand SilkSkin. Il designer Giuseppe Altadonna e l’imprenditore Fabrizio Cappelli sono gli ideatori della nuova linea di abbigliamento pensata per una donna che abbia voglia di esprimere se stessa, senza la paura di indossare un capo d’abbigliamento con il timore di evidenziare i propri punti critici. Uno stile, definito dallo stesso Giuseppe, «casual, ma rivisitato in chiave chic».
Così, giovedì 13 febbraio la linea SilkSkin ha chiuso la settimana della moda a New York al Lincoln Center. Ma facciamo un passo indietro perchè all’origine di questa storia ci sono un “lui”, una “lei” e Giuseppe. Giuseppe, dopo aver studiato moda all’istituto Marangoni di Milano, ha iniziato a lavorare per le grandi griffe: prima Dolce Gabbana, poi Gianfranco Ferrè, ma anche collaborazioni per la realizzazione di accessori per Paris Hilton, Crizia, Lancetti e Rocco Barocco. Durante la sua attività a Milano, Giuseppe conosce Yvonne Rosa, presidente provinciale Fismo (Federazione italiana settore moda di Confesercenti) che riconosce da subito l’abilità e la creatività del giovane stilista.
La presidente di Fismo decide di presentare Giuseppe a Fabrizio il quale propone allo stilista di unire le proprie competenze per realizzare un brand personale. «Il tutto nasce dall’idea di realizzare un prodotto di qualità medio alta con stoffe e materiali a Km zero. Molte delle sete e delle stampe personalizzate sui tessuti arrivano da Como».
Poi, l’occasione di cimentarsi sulle passerelle d’alta moda della “grande mela”. «Io non mi sentivo pronto – spiega Giuseppe – ma poi ho deciso di provare a giocarmi anche questa carta ed è stata un’esperienza bellissima e che ci sta dando tanta risonanza mediatica, oltre che numerosi contatti». Grazie anche al supporto finanziario di Yvonne Rosa i due varesini sono arrivati a New York.
«La campagna vendita è in corso e stiamo raccogliendo gli ordini. Al momento stanno distribuendo i nostri capi nell’area del Nord Italia e del centro Europa, in particolare a Berlino. Inoltre, c’è un progetto che sta maturando e che prevederebbe la realizzazione da parte nostra dei costumi per un film di produzione americana».
Ora, però, la presidente provinciale di Fismo spinge affinché a livello nazionale la federazione assegni il premio annuale anche agli stilisti emergenti e non solo ai “big” dell’alta moda. «Ho già avanzato – spiega – la proposta alla sede Fismo di Roma di assegnare un premio a Giuseppe. Questo contribuirebbe a dare un messaggio positivo anche a tutti quei giovani che lasciano l’Italia in cerca di fortuna all’estero».
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