Altro che un super Comune da 40 mila abitanti che faccia perno su Luino come proposto nei giorni scorsi dall’ex presidente del consiglio comunale luinese Alessandro Franzetti, il quale ha messo sul tavolo l’ipotesi di un referendum popolare tra i cittadini residenti nei 14 Comuni dell’area.
Il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin prende spunto dalla proposta di Franzetti e rilancia sul futuro del nord del varesotto, mettendo in evidenza anche qualche numero che la dice lunga sulle difficoltà che questo territorio sta vivendo.
«Non vorrei che Franzetti voglia scoprire una cosa che già esiste da tempo ma che non si ha il coraggio e la voglia di farla funzionare – dichiara Ballardin – anche perché il fautore di questa mancata intesa unitaria è proprio il Comune di Luino che sembra non accorgersi della presenza di un ente sovra comunale e di interesse generale come la Comunità Montana Valli del Verbano, a cui fanno riferimento non 14 ma 32 Comuni».
Già da tempo, il primo cittadino di Brenta esprime pubblicamente la preoccupazione per lo stato di salute di questa porzione importante della provincia di Varese, composto da 32 paesi medio piccoli, per un totale di circa 290 chilometri quadrati, di cui quasi due terzi interessati da superficie forestale e 80 mila abitanti; numero destinato ad aumentare nei periodi di vacanza per l’arrivo dei turisti.
«Il nostro territorio non sfrutta le sue enormi potenzialità turistiche e inoltre vive una situazione di sofferenza anche a livello di imprese, basti vedere il caso dell’azienda Mascioni» prosegue Ballardin, che guarda con preoccupazione ai numeri relativi alla disoccupazione in provincia di Varese, salita dal 2.5% del 2007 all’8.5% del 2015, mentre quella giovanile è al 39%.
«Stiamo assistendo a un progressivo spopolamento nei Comuni più isolati – prosegue il sindaco di Brenta – il numero dei residenti di età superiore ai 65 anni è in costante aumento rispetto a quelli di età inferiore ai 14 anni, soprattutto nei paesi situati a monte; si registra anche un progressivo abbandono delle “terre alte” e una sostanziale insensibilità verso i temi della prevenzione idrogeologica e paesaggistica con conseguente progressivo accentuarsi del degrado».
La chiave di volta per il rilancio di questo territorio e contrastare un lento ma inesorabile declino, potrebbe essere proprio il turismo. «A questo scopo – propone Ballardin – è necessario che si ridefiniscano urgentemente una serie di azioni strategiche che coinvolgano tutti i soggetti interessati, allo scopo di rivitalizzare il sistema imprenditoriale locale, per creare le basi di una nuova occupazione».
L’asse portante dovrebbe essere rappresentato dal turismo sostenibile, attraverso un’azione integrata tra le attività agricole, quelle forestali e i servizi offerti al turista. «È arrivata l’ora che ognuno faccia la sua parte perché c’è in gioco il futuro del nostro territorio – afferma il sindaco – superiamo la logica delle differenze e facciamo sistema».
Il super Comune di Luino non è la strada giusta. «Un progetto debole rispetto a una visione di insieme incarnata dalla Comunità Montana che riguarderebbe 80 mila abitanti, ridando speranza e prospettiva a una popolazione che oggi soffre di personalismo e dell’incapacità di un’azione unitaria» conclude Ballardin.