Crisi e incompiute, il Tarlisu prende in mano le chiavi della Città e mena fendenti. Nel mirino palaghiaccio, ex Borri, area delle Nord, capolinea dei bus. Ma c’è anche la carota per la nuova giunta: «Chi governa si dà da fare». E al sindaco Antonelli suggerisce: «Non stia troppo dietro ai segretari di partito».
Da ieri mattina le chiavi della Città sono nelle mani del Tarlisu e della Bumbasina, le maschere cittadine create dall’indimenticato Giovanni Sacconago (per il quale il sindaco chiama l’applauso) e impersonate ormai da anni da Antonio Tosi detto “Pedela” e da Genny Castiglioni.
Sul palco di piazza San Giovanni la tradizionale consegna delle chiavi da parte del sindaco Emanuele Antonelli, quest’anno accompagnata dal battesimo della Tarlisina, la figlia del Tarlisu e della Bumbasina, con il nome scelto con un concorso popolare indetto lo scorso anno e con il soprannome di “Fudreta” attribuitole dalla Famiglia Sinaghina.
«Fatene buon uso» chiede Antonelli quando “cede” le chiavi di Busto. Il Tarlisu, che parla rigorosamente in dialetto, le trova «più leggere» del solito. «Per via della stagnazione e della crisi» gli spiega la Bumbasina. Così il Tarlisu promette di essere «parco con le critiche».
Ma in realtà scatta subito l’elenco delle incompiute e delle magagne. Impietoso. «Una barzelletta». Dall’area delle Nord («stazion del Vapuén» detto alla sinaghina) alle ciminiere, «una alla volta, non ne avanzano più». Dall’ex Borri «ingarbugliato» alla caserma dei carabinieri, «pronta per essere adoperata, ma ancora un po’ che si aspetta, sarà tutta marcita». E ancora, la piazza «Tri Cü», piazza Vittorio Emanuele: «ora che i lavori sono finiti, il parcheggio interrato non c’è più». Nel mirino anche il capolinea degli autobus di via Formazza, le buche nelle strade e gli escrementi dei cani. «Non parliamo del Palaghiaccio – sentenzia il Tarlisu – viene il bruciore di stomaco».
Fin qui il bastone, poi arriva la carota. Rivolta al sindaco: «Gli dico solo di essere determinato, nel fare quello che il cervello e il cuore gli dicono di fare. E non star troppo dietro ai segretari di partito». E alla sua squadra, presente sul palco con il vicesindaco Stefano Ferrario e le assessore Miriam Arabini e Paola Magugliani: «Siamo certi che chi governa per dare lustro a Busto, si dà da fare».
Parole chiare, che il sindaco Antonelli prende con filosofia: «È il rischio di dare le chiavi, ci sono arrivate un bel po’ di tirate d’orecchi, ma faremo del nostro meglio». Appuntamento a sabato pomeriggio per la sfilata dei carri, sperando che “San Giuan”, Giovanni Sacconago, da lassù faccia il miracolo di non far piovere.