«Il territorio ha reagito Noi più forti di Milano»

Il prefetto Giorgio Zanzi, intervistato da Simona Carnaghi, fa il punto della situazione sull’incubo maltempo e sulle ripercussioni nel nostro territorio

– Il punto dell’incubo maltempo nella prima giornata di sole da tre giorni a questa parte. Tre giorni che per la nostra prvincia sono sembrati tre mesi. Tra allagamenti, evacuazioni, paura e emergenze. È il prefetto , che per tre giorni è stato sul campo continuamente a stretto contatto con i sindaci del territorio e i soccorritori che hanno lavorato 24 ore su 24 coordinando gli interventi, a tirare le fila mentre l’acqua piano piano defluisce. «Danni? Ingenti, ma certamente è prematuro azzardare una stima. L’organizzazione degli interventi? Ha funzionato. Il nostro territorio ha dimostrato di essere all’altezza grazie all’aiuto di tutti».

Siamo ancora in stato d’allerta. La Regione Lombardia non ha al momento fatto rientrare l’allarme maltempo e il rischio dissesto idrogeologico. La situazione è in costante aggiornamento. Riceviamo comunicazioni dall’ente regionale quasi di ora in ora. Èchiaro che ogni decisione viene presa in base alle previsioni per il meteo. Ma il livello di guardia resta alto per il momento.

Una stima al momento è impossibile da fare. Sono ancora tutti al lavoro. Non piove più e certamente questo aiuta. Non c’è un pericolo imminente ma molte aree allagate sono ancora oggetto di intervento. Inevitabile non avere una stima in questo momento.

Assolutamente sì. L’ondata di maltempo ha visto tutte le forze disponibili in campo. Vigili del fuoco, uomini della protezione civile, forze di polizia. Parliamo di centinaia e centinaia di uomini che hanno operato ininterrottamente. Si è lavorato in sinergia.

Faccio un esempio. L’associazione varesina radioamatori, che ringrazio, ha messo le proprie antenne a nostra disposizione. Grazie a questa strumentazione chi operava sul campo ha avuto a disposizione un solido e vasto ponte radio che ha consentito comunicazioni perfette. Comunicazioni indispensabili per il coordinamento degli interventi.

Tutti, nessuno escluso. I sindaci sono stati estremamente presenti. In poche ore sono stati individuati e approntati ricoveri adeguati ad accogliere eventuali persone evacuate. Un lavoro enorme. Soprattutto se si pensa a comunità molto piccole, che non hanno a disposizione strutture enormi o risorse come accade invece in realtà più grandi.

Certamente quelle del luinese. Se fiumi come Olona o Arno sono stati monitorati ma non hanno creato problemi particolari, è stato il lago Maggiore ad essere il fulcro dell’emergenza. L’area più colpita è quindi quella che si distende sulla sua sponda lombarda, per la nostra provincia. L’emergenza sul lago è dovuta al principio di vasi comunicanti con gli affluenti gonfiati dallo straordinario volume di pioggia caduto.

Ce ne sono sempre, ma le risorse scarseggiano. Diciamo che gli interventi eseguiti a fine Anni ’90, in particolare la realizzazione della diga di Gurone, hanno evitato il peggio. Dove questi interventi non sono stati realizzati, penso al Lambro, gli effetti del maltempo sono stati decisamente più importanti. È una mia opinione personale, ma la provincia di Varese se l’è cavata meglio di Milano.