Visita all’ospedale “Luvini” di Cittiglio, ieri mattina, per il consigliere regionale varesino e segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri, il quale, in queste settimane, sta compiendo un tour che toccherà tutti i presidi ospedalieri della provincia di Varese.
Dopo una visita nei vari reparti del nosocomio, Alfieri ha incontrato cittadini, personale, sindaci e assessori nella sala consiliare del Comune di Brenta, su invito del primo cittadino Gianpietro Ballardin. La riapertura del reparto di ortopedia è stata promessa entro giugno; venerdì si è svolto il concorso per reperire nuovi specialisti ortopedici, al quale hanno partecipato quattordici medici. «Quella della riapertura dell’ortopedia è una battaglia bipartisan – ha detto il consigliere regionale – noi staremo col fiato sul collo alla dirigenza e alla maggioranza perché la road map promessa venga rispettata».
I quattordici ortopedici partecipanti al concorso non sono ovviamente tutti destinati a Cittiglio, ma verranno distribuiti nei vari ospedali del territorio; per poter riaprire l’ortopedia al “Luvini” si stima ne servano quattro, senza considerare il personale infermieristico.
Il presidio cittigliese deve continuare a essere un punto di riferimento sanitario per tutto il territorio di riferimento .«È un ospedale classico da cento posti letto, con tutte le specialità di base e serve un territorio che ha bisogno di un presidio di questo tipo – ha proseguito Alfieri – con un Pronto Soccorso da più di ventimila accessi l’anno, è bene che l’ortopedia venga riaperta seppure integrata alla chirurgia. Quello di Cittiglio è un ospedale in grado di affrontare tutti i bisogni del territorio anche nella prospettiva dell’invecchiamento della popolazione».
I sindaci e i cittadini mantengono alta la guardia, in attesa della riapertura del reparto; anche il Comitato pro ospedale di Cittiglio non ha alcuna intenzione di sciogliersi e anzi continuerà a vigilare. «Permangono elementi di prudenza e preoccupazione – ha dichiarato Ballardin – a partire dalla mancanza dello strumentario, senza dimenticare il Poas non ancora approvato».
Gli amministratori comunali si sono confrontati anche sull’applicazione della riforma sanitaria regionale sul territorio. «L’importante è che ci sia sempre il contatto con il territorio e che le decisioni non vengano prese a Milano dall’alto, ma dal basso coinvolgendo il territorio – ha concluso il sindaco di Brenta – un problema da affrontare ad esempio, sono i tempi di attesa per le prestazioni che così come sono adesso favoriscono la sanità privata».