LAVENA PONTE TRESA Ci ha sempre creduto Lavena Ponte Tresa. Con il sindaco Pietro Roncoroni che per primo ha avanzato la proposta. Convincendo Ponte Tresa Svizzera, con cui da tempo si è avviato un dialogo comune, la Regione e il Canton Ticino. E ora anche l’Europa. Riparte, infatti, l’Interreg siglato tra Lavena Ponte Tresa e la Regione Malcantone con importanti ripercussioni sul traffico nell’area lungo la Tresa. Manovre incentrate sullo spostamento, il più vicino possibile al fiume Tresa,
del capolinea della ferrovia Lugano – Ponte Tresa, il cosiddetto trenino dei frontalieri, la creazione di passerella sopra il fiume e di un autosilo per il “Park and Ride” in territorio italiano.
Il progetto è stato approvato, come ha confermato il sindaco della cittadina italiana di confine Pietro Roncoroni, e i fondi per lo studio dell’urbanistica e la creazione della passerella presto entreranno nelle casse delle amministrazioni. Qualcosa come mezzo milione di euro a fondo perduto, con circa 450 mila euro da parte italiana già stanziati dalla Regione e la restante parte destinata alla Svizzera. Soldi con cui si partirà subito. Tra gli interventi finanziati all’istante, infatti, dal progetto Interreg “Il Ponte che unisce” c’è già la costruzione di una passerella pedonale a Lavena Ponte Tresa, sul fiume oltre l’area doganale, in grado di collegare la futura stazione della ferrovia a scartamento ridotto Lugano – Ponte Tresa a una sorta di “park and ride” che dovrebbe sorgere nella zona dell’area mercato. Con il piano ambizioso di ospitare fino a mille autovetture. Quelle dei tantissimi frontalieri che così potrebbero lasciare l’auto comodamente in Italia, attraversare il fiume e raggiungere con un percorso pedonale di poche centinaia di metri il capolinea della metropolitana leggera.
Una soluzione, quella di ampliare ulteriormente l’uso del “trenino che ride” da parte dei frontalieri, che si inserisce alla perfezione nelle soluzioni studiate dal Piano dei trasporti del luganese (PTL) pensato proprio per risolvere e affrontare il problema della mobilità transfrontaliera. «Siamo decisamente soddisfatti – commenta infatti il sindaco di Lavena Ponte Tresa, Pietro Roncoroni – anche perché abbiamo superato il blocco ai progetti Interreg che la Svizzera aveva deciso come ritorsione allo scudo fiscale. Ma quello che mi fa gioire non è solo l’approvazione di questo progetto. Finalmente possiamo dire che dalle parole si è passati ai fatti per quanto riguarda la volontà decisa di collaborare insieme tra Italia e Svizzera. Ora toccherà a noi, con i fondi a disposizione, far partire gli studi di fattibilità e collaborare per reperire i finanziamenti necessari».
Perché la sfida non sarà facile. Oltre alla passerella, già finanziata, bisognerà infatti realizzare l’autosilo e allungare la ferrovia leggera fino alla sponda del Tresa. «Di questo ma anche di cooperazione a trecentossessanta gradi discuteremo nella commissione che verrà create – chiarisce il sindaco – proprio nell’ottica del piano Interreg. Sono già previste riunioni a cadenza bimensile per mettere in relazione i vari attori istituzionali di quest’area». L’obiettivo così è creare un percorso protetto, decisamente più breve del chilometro attuale, e un’area di sosta per rendere decisamente appetibile la ferrovia leggera. Soluzione da tempo invocata al traffico tra Ponte Tresa e Lugano. E ora accolta anche dalle istituzioni superiori.
Alessio Pagani
f.artina
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