C’è il turismo, con il suo indotto, i suoi numeri e la relativa ricchezza portata all’intera economia ed anche alle casse dello stato, con le relative tasse. Poi c’è il turismo sommerso: anch’esso con il suo indotto, fatto di abusivismo, mancate entrate per lo stato e concorrenza sleale nei confronti di chi rispetta le regole.
Nel 2016, spiega la Confersercenti nazionale, oltre 225 milioni di presenze sono state assorbite da strutture al di fuori della ricettività ufficiale, più della metà delle presenze ufficiali registrate da Istat (397,8 milioni). A stimare il dato per Assoturismo è Cst, che lo ha elaborato a partire dalle differenze tra i flussi turistici emersi dalle indagini campionarie Banca d’Italia sui turisti stranieri in Italia ed Istat sui Viaggi e Vacanze degli Italiani e quelle effettivamente registrate nelle strutture ricettive ufficiali dello stesso istituto di statistica. Il risultato è che mancano all’appello 225,6 milioni di presenze.
La colpa? Solo una piccola parte è riferibile alle seconde case di proprietà: il grosso delle presenze si è realizzato tramite affitti in nero, b&b abusivi e altri operatori irregolari, frequenti soprattutto nel turismo religioso ed aziendale.
Un fenomeno in crescita che limita fortemente le ricadute positive di un comparto positivo che potrebbe fare ancora meglio.
«La stagione estiva è stata positiva per il turismo, con presenze ufficiali in aumento – spiega presidente di Assoturismo Confesercenti – purtroppo però è stata un’estate da record anche per gli irregolari, ed è chiaro ormai che il settore vive un’emergenza abusivismo, come confermato anche dai controlli svolti dalla Guardia di Finanza». Case vacanze sovraffollate, affitti in nero e simili «non sono solo un problema per gli operatori in regola, che ne subiscono la concorrenza sleale,
sono un danno per tutti: per l’erario, che perde milioni di euro di gettito, e per la salute pubblica e la sicurezza dei turisti». Un fronte, anche questo, da non sottovalutare: «Avere oltre 225 milioni di presenze sommerse – prosegue Messina – vuol dire lasciare milioni di turisti a loro stessi. Un rischio, soprattutto in un momento in cui, di fronte a flussi in aumento, si moltiplicano episodi di cronaca che raccontano violenze nei confronti dei visitatori. Una situazione inaccettabile, amplificata dalla mancanza di sicurezza legata al sommerso e che rischia di essere una bomba per il settore e per la nostra capacità di attirare turisti».
Un allarme partiti nelle scorse settimane anche dal nostro territorio per voce di Federalberghi Varese e Varese Convention Bureau: le strutture irregolari, sul nostro territorio gli irregolari nel turismo potrebbero arrivare ad un migliaio.
Ma nella caccia agli irregolari del turismo il dito è puntato anche sugli alloggi pubblicizzati su Airbnb che non sempre rispettano le regole dell’occasionalità: l’analisi delle inserzioni sul famoso portale evidenzia un andamento esponenziale, con un numero di alloggi posti in locazione online in forte crescita. Sono piu di 1.400 gli alloggi che Airbnb mette a disposizione nella provincia di Varese, contro le 155 strutture alberghiere e poco più di 300 strutture extralberghiere.