Finisce anche sulla televisione nazionale la polemica sulla chiusura notturna del valico di Ponte Cremenaga, decisa unilateralmente dalle autorità svizzere, per motivi di sicurezza, come quella di altre due frontiere secondarie lombarde. È stata la trasmissione “Dalla vostra parte” condotta da , ad occuparsene nella puntata andata in onda in diretta qualche giorno fa su Rete 4. Ospiti del talk show di Mediaset, in collegamento proprio dal valico di Cremenaga, il consigliere provinciale di Forza Italia , , presidente dell’associazione Frontalieri Ticino, , coordinatore ticinese del Movimento Associativo Italiani all’Estero e altri frontalieri residenti in zona.
Il caso nel frattempo è diventato anche diplomatico con la convocazione alla Farnesina dell’ambasciatore svizzero. La chiusura del valico è sperimentale, dal 1° aprile, per sei mesi, motivata da motivi di sicurezza. «Non siamo per niente contenti della decisione presa dalla Svizzera – ha affermato Taldone dagli schermi di Rete 4 – siamo qui per dimostrare la nostra contrarietà; la chiusura del valico danneggia solo frontalieri e cittadini e non risolve certo il problema della sicurezza».
Frontalieri e cittadini temono che la soluzione di chiudere le frontiere di notte, dalle 23 alle 5, possa diventare definitiva; i segnali in arrivo da oltre confine non sarebbero incoraggianti. «Si può affrontare il problema sicurezza e risolverlo, ma lavorando insieme con le autorità italiane» ha concluso Taldone. A difendere la scelta svizzera, la deputata della Lega dei Ticinesi, autrice della mozione nel 2014, da cui ha avuto origine la decisione elvetica. «Si tratta di tre valichi secondari su sette – ha detto la Pantani – non c’è alcuna chiusura delle frontiere e il trattato di Schengen è rispettato; abbiamo scelto di tutelare i nostri cittadini».
Argomentazioni contestate dai frontalieri collegati con lo studio di Belpietro. «I crimini sono diminuiti del 30% – ha ribattuto Sebastiani – questa è solo propaganda ed è un modo per dare fastidio ai lavoratori frontalieri italiani».
Sono 60 mila i lavoratori italiani che tutti i giorni si recano oltre confine sul loro posto di lavoro. Un altro frontaliere collegato da Cremenaga ha sottolineato che «molti lavoratori in Svizzera finiscono a mezzanotte di lavorare e per tornare a casa devono fare il giro del mondo, andando ad intasare le strade svizzere e gli altri valichi». Il timore è che alla chiusura notturna di questi valichi possa seguire quella anche di altre frontiere, «creando così le basi per ulteriori misure penalizzanti nei nostri confronti» osserva il consigliere provinciale.
La Regione Lombardia ha approvato una mozione del consigliere regionale varesino , mentre l’eurodeputata ha scritto a . «Siamo intenzionati a dare battaglia perché in alcun modo si ledano i diritti dei nostri connazionali di confine» conclude Taldone.