Perché poi alla fine contano le persone: ci sono quelle giuste con cui sei anche disposto ad andare a morire, ci sono quelle sbagliate che non vuoi al tuo fianco perché non le senti tue. E la differenza sta tutta qui. Un colpo di vento ha soffiato sul cielo del Franco Ossola: e se non è riuscito a spazzare via tutte le nuvole, almeno ha rimesso a posto le cose. Varese ai varesini, ecco tutto: così salvarsi diventa possibile, così retrocedere diventa accettabile, così morire diventa dignitoso.
Stefano Bettinelli torna a sedersi sulla sua panchina, quella da cui non avrebbe mai dovuto alzarsi: oggi sarà a Coverciano per la consegna della Panchina d’Oro ma domani dirigerà l’allenamento. La decisione è stata presa da Beppe D’Aniello dopo aver incassato le dimissioni di Antonino Imborgia, che ha promesso di andarsene dopo la durissima contestazione della curva (e di tutto lo stadio). Senza più Imborgia in società, la posizione di mister Dionigi si è fatta subito insostenibile: e infatti nella giornata di ieri si è
iniziato a lavorare per transare il contratto che lega Dionigi e il suo staff (cinque persone) da qui alla fine della stagione. Se non si riuscirà, il mister verrà esonerato.
Chi ieri ha parlato con Bettinelli ha parlato con un uomo felice, un uomo che non vede l’ora di dirigere il suo allenamento davanti ai suoi ragazzi. «Ricomincio da Varese-Novara, da quei playout nei quali avevamo una possibilità su mille e nessuno si fidava d noi. Moriremo? Forse, ma lo faremo con il nostro Dna». Oggi a Coverciano Bettinelli si prenderà gli abbracci di Sannino e Castori, suoi primi tifosi che ieri l’hanno chiamato per dirgli: «Adesso salva il Varese». Ci credono tutti, ci credono anche i giocatori: «Rimettete qui Bettinelil – ha detto uno dei senatori – e noi prendiamo la zappa e zappiamo per le prossime dodici partite».
Ma quello di Bettinelli non è l’unico ritorno, non è l’unica mossa pensata per restare aggrappati a un sogno chiamata salvezza. Ieri in società si è rivisto Lele Ambrosetti, e anche lui tornerà ad avere un ruolo importante in spogliatoio. La sua franchezza, la sua capacità di avere solo una parola, la sua bravura nel parlare con i giocatori per risolvere i suoi problemi: cose che serviranno, cose che i giocatori hanno chiesto (l’hanno rivoluto loro al suo posto), cose che torneranno a soffiare verso la salvezza. A ricoprire un ruolo importante in società,probabilmente quello che aveva Imborgia, sarà anche Silvio Papini, il “capofamiglia” biancorosso: uno che questa società l’ha fatta nascere e ora cercherà di non farla morire.
E poi ci sarà ancora lui, anzi: lui c’è sempre stato. Spartaco Landini nei prossimi giorni (probabilmente mercoledì) tornerà allo stadio, entrerà in spogliatoio, si siederà di fianco a Bettinelli. E poi potrebbe anche non dire nulla, perché basterà la sua presenza. «Vi aiuto io, ce la faremo»: ecco cosa ha detto Landini a D’Aniello e ai suoi migliori amici (che sono pure i migliori amici del Varese)ieri, nella giornata in cui il Varese è tornato ai varesini.
Con Spartaco Landini in panchina il Varese non ha mai perso, con Spartaco Landini nessuno ha mai avuto paura, con Spartaco Landini oggi il Varese sarebbe già salvo. Ed è bastato il sussurro di un suo ritorno, insieme a quello del Betti e del Lele, per convincere anche il più scettico degli scettici. Magari si retrocederà, ma di sicuro si proverà ad evitarlo fino all’ultimo secondo dell’ultima partita.
Il boccino della controrivoluzione biancorossa, va detto, è stato tenuto in mano da Beppe D’Aniello. Lui che si era beccato l’invito dei tifosi ad andarsene. Invito al quale lui aveva risposto senza battere ciglio: «Io non mi dimetto, resto qui a spalare merda fino all’ultimo secondo: poi me ne andrò. Se non si salva il Varese non mi salvo nemmeno io». E lui adesso ci crede: ieri è andato da Laurenza (che è ancora il proprietario) accompagnato da Caccianiga e Papini, e l’ex presidente ha avallato le operazioni. «Io ci credo: se ci credono due persone come Luca Alfano e Spartaco Landini, perché mai non dovremmo crederci noi?».
Sacrosanto. Certo, restano delle domande. Per esempio: con l’addio di Imborgia chi pagherà le spese correnti? Chi troverà i soldi per rispettare la scadenza del 16 marzo che, se non rispettata, porterebbe un’ulteriore penalizzazione in classifica? «Le spese correnti – ha detto D’Aniello – verranno onorate: l’aereo per andare a Bari, gli alberghi. Con un anticipo dei contributi della Lega Calcio riusciremo a pagare tutto. Per quanto riguarda la scadenza del 16 qualcuno ci aiuterà e sto già aspettando delle risposte in questo senso».
Le persone, si diceva, fanno la differenza. Ora ci sono le persone giuste: vivere o morire, alla fine cambia poco. Cambia il modo in cui si vive o si muore.E non c’era modo migliore per giocarsela, quell’unica speranza su un milione. Con il nostro Davide, che con la sua fionda butterà giù ancora una volta il gigante Golia.