L’America di Barack Obama è piombata in una guerra interna fratricida con saccheggi e rivolte che ricorda in un certo senso quella di secessione del 1861/65, però a parti invertite. Ma pure in trasferta le cose non gli girano per il verso giusto.
Mentre l’Eurasia dei burocrati, come la chiamava la veggente Fallaci, continua la sua profonda crisi loro, le nostre guide maestre, ci mettono un po’ a capirlo.
Proprio la stessa Oriana osteggiata dagli intellettuali di sinistra chiaramente invidiosi dei suoi mondiali successi, aveva già ammonito una certa politica che l’abbattimento delle ormai tristemente famose Torri Gemelle era solo l’inizio della fine, ma sulla Concordia/Europa si è continuato ad “imbarcare” di tutto come se niente fosse, infatti, i terroristi sembra che siano stati allevati e addestrati nei nostri paesi.
Intanto, almeno i politici più attenti, qualche sinistro scricchiolio hanno iniziato a percepirlo, mentre gli sbandieratori di quella presunta unità solidale inebriati dal consenso e dalla poltrona continuano a non voler sentir ragioni, e ora che la guerra è alle porte. Eppure, senza scomodare ulteriormente la Fallaci (pace all’anima sua, perché di giornalisti così coraggiosi e dalla vista lunga ne vedo pochini in giro) già Virgilio nell’Eneide raccontava di come era stata conquistata Troia dai greci: con un cavallo lasciato sulla spiaggia, non vi sembra che con il “Mare nostrum” vi siano molte analogie?
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