Un varesino nelle “terre selvagge”. Questa l’impresa di , giovane residente a Venegono Inferiore, che ha deciso di cimentarsi in un viaggio tutt’altro che riposante. Sta infatti attraversando da solo tutto il Sud America, dalla Colombia alla Patagonia, sia cilena che argentina, per poi salire in Brasile.
Questa l’avventura di Nicola, classe 1981. Nato a Tradate, ha conseguito la laurea magistrale in Economia aziendale alla Liuc. E oggi lavora all’Ikea di Parigi, dove risiede da tre anni, mentre prima era stato sempre per la stessa azienda in Cina e in Svezia. A maggio ha deciso di prendere un’aspettativa di sei mesi per dedicarsi al viaggio attraverso il Sud America. Solo l’ultima di tante imprese alle quali si è dedicato, viaggiando in Cambogia, Messico ed Egitto.
Una passione, la sua, di viaggiare e affrontare le zone più impervie, presa dal padre, , già consigliere comunale a Varese e grande appassionato di scalate. A 10 anni Nicola ha affrontato con il padre la salita al Breithorn (4165 metri di altezza). Ed è stato solo l’inizio della sua voglia di scoprire il mondo e gli angoli più remoti del nostro pianeta. Nicola è stato anche negli anni passati sei mesi in Australia ed ha frequentato l’università
di Adelaide. Avendo dato con congruo anticipo gli esami, ha potuto quindi girare parte del’Australia (Outback, Quensland, oltre alla Tasmania ed alle Isole Fiji). Ha girato poi da solo per la Nuova Zelanda e successivamente ha puntano verso l’Indonesia. Non si è fatto mancare nemmeno un giro, in treno ed in fuoristrada, da San Pietroburgo fino in Mongolia, poi da lì a Pechino.
Il suo viaggio in Sud America inizia a maggio. Luogo di partenza l’Ecuador. Quindi la visita a Quito, dove tenta di salire sul Cotopaxi, di 5800 metri, con una guida locale. Ha dovuto tuttavia fermarsi a 5000 metri per il cattivo tempo. Il suo viaggio continua con due settimane che dedica ad esplorare alcune isole dell’arcipelago delle Galapagos.
Sale su alcuni vulcani e visita la laguna di Quilotoa. Prosegue navigando sull’affluente Rio Napo per diversi giorni e si inoltra nella giungla. Dove deve “affrontare” la voracità delle zanzare locali.
Le esperienze che affronta sono incredibili e tutte da raccontare. Ha fatto canyoning e vertical sui fiumi sempre in Ecuador. Ha visitato il vulcano Cotopaxi Ecuador, e ha percorso 150 chilometri a piedi per raggiungere il Machu Picchu. Ha fatto alcuni tratti in bici. Ha raggiunto la vetta del H. Potosi (6088 metri) in Bolivia, sempre con guide locali. Ed ha attraversato il deserto di sale tra Uyuni (Bolivia) e San Pedro de Atacama. Un viaggio, quello di Nicola, che non è ancora finito e che il giovane varesino sta affrontando a piedi, in bici, in barca, e addirittura sciando sulla sabbia nel deserto in Perù. Altri tratti li ha fatti viaggiando in camion o autobus.
Nelle città dorme dove trova posto, perlopiù ostelli. E lì incontra le persone con cui fa tratti del viaggio o escursioni. «Noi italiani siamo fortunati, ovunque la gente prova per noi un grande affetto» fa sapere nelle mail che invia al padre. Nicola ha visitato la Valle di Nazca, dove si trovano le incisioni lineari giganti su roccia, poi Cuzco. Quindi quattro giorni di trekking, due passi a 4700 metri, due campeggi a 4000 metri. Luoghi impervi, dove non ha incontrato nessun turista ma solo gente del posto. E poi il Machu Picchu, «uno dei luoghi più belli del Sud America» scrive Ossola. Dopo essere salito su Huayna Potosi, ha attraversato il Deserto di Sale. Si è fermato per qualche giorno a Santiago del Cile, da lì andrà a Valparaiso. Un’altra sosta perché adesso in quella parte del globo sono in pieno inverno. Proseguirà il suo viaggio verso la Colombia, dove sarà raggiunto dalla fidanzata e passerà lì tre settimane. Poi verso la fine di agosto riprenderà il viaggio andando verso il nord dell’Argentina, poi la Patagonia cilena e quindi quella argentina. Punterà poi verso Buenos Aires, e visiterà le Cascate dell’Iguazu. Infine Rio e Brasilia per tornare a casa soltanto a novembre.