La «fama di santità» di diventa uno spettacolo: «immagini e parole», ma anche musica, giovedì prossimo in sala Monaco per preparare il terreno alla causa di beatificazione del sacerdote ucciso il giorno di San Valentino di 26 anni fa. E il suo esempio continua a ispirare: attorno ad una giovane ricoverata all’hospice dell’ospedale si è costituito un gruppo di preghiera che chiede l’intercessione a don Lolo.
Per tanti bustocchi, e non solo, che lo hanno conosciuto, la santità di don Isidoro Meschi è già un fatto, solo in attesa del riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa. Ma l’iter formale per la beatificazione non è ancora partito: se il cardinale , all’affollata celebrazione del 14 febbraio in San Giovanni (anniversario della morte di don Lolo), aveva lanciato quello che la professoressa , che insegnava con Meschi al liceo classico Crespi, definisce «un messaggio molto significativo, parlando di don Isidoro tra i Beati e i Santi», monsignor , consultore della congrega delle beatificazioni e santificazioni, ha chiesto ai promotori della causa di «preparare e diffondere» testimonianze della vita del sacerdote che operò a Busto.
Così la «fama di santità legata alla sua figura, da sempre percepita da tutti noi» come la chiama , presidente dell’associazione “Amici di don Isidoro”, avrà voce nell’iniziativa organizzata dall’associazione stessa in collaborazione con l’associazione culturale 55 e la Famiglia Bustocca.
Il 16 marzo alle 21, nella sala Monaco della Biblioteca Roggia, “Don Isidoro-immagini e parole” ripercorrerà la figura di Meschi attraverso le opere che artisti, bustesi e non, gli hanno dedicato, quando era in vita e dopo la sua tragica scomparsa, «anche come una sorta di “ex voto” per ringraziarlo dell’aiuto», come sottolinea Augusta Daverio.
Poesie, anche dialettali (che verranno recitate da e ) e immagini di quadri che verranno proiettate, con l’accompagnamento musicale di e la chiusura del bustocco , ex allievo di don Lolo.
«In questo caso non conta il valore in sé delle opere, quanto il significato della presenza di Don Isidoro e il suo esempio che continua ad essere importante per tante persone – fa notare Lucia Marrese – noi proponiamo la beatificazione non fine a se stessa, ma per l’esempio e la testimonianza che può continuare a dare a tante persone in situazioni di difficoltà. Sacerdote votato agli umili, sì, ma non solo, come ci ha ricordato don Rocca, perché era il prete di tutti».
A conferma di ciò, come rivelato da Augusta Daverio, il gruppo di preghiera nato attorno alla madre di una ragazza ricoverata all’hospice dell’ospedale, segno di una figura che continua ad essere riferimento, anche a più di un quarto di secolo dalla sua scomparsa.