Bruxelles, 8 nov. (Apcom) – La Commissione europea sta studiando il provvedimento, adottato venerdí scorso dal Consiglio dei ministri italiano, che prevede l’espulsione dei cittadini comunitari che non dispongano di “un lavoro, un reddito e un’idonea abitazione”, e che non abbiano ottemperato a un primo ‘invito ad allontanarsi’, secondo quanto aveva spiegato il ministro degli Interni, Roberto Maroni.
“Siamo al corrente della decisione del governo italiano, che ci è stata notificata il 5 novembre (lo stesso giorno della sua approvazione nel Cdm, ndr), e la stiamo esaminando”, ha detto oggi a Bruxelles il portavoce del commissario Ue alla Giustizia, Viviane Reding, rispondendo ai cronisti. “Siamo in stretto contatto con le autorità italiane, ma è ancora presto per trarre delle conclusioni”, ha aggiunto il portavoce, Matthew Newman, sottolineando che l’esame in corso riguarda in particolare la compatibilità con alcuni passaggi della direttiva 38 del 2004 sulla libera circolazione dei cittadini Ue nel territorio comunitario. Il ministro Maroni, venerdí scorso, aveva motivato il provvedimento (inserito in un Ddl), proprio come trasposizione di un obbligo previsto dalla direttiva 38, riguardante i cittadini degli altri paesi comunitari che restano in Italia più di tre mesi.
(Segue)
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