Palermo, 20 feb. (Apcom) – “Per quanto riguarda la permanenza dei
migranti nei Cie in Italia, cioè sulla ‘terra ferma’, l’idea del
ministro Maroni è apprezzabile e dimostra che sulla politica
dell’immigrazione in parte il governo sta lavorando bene”. Lo
dice Bernardino De Rubeis, sindaco di Lampedusa, commentando
l’annuncio del ministro Maroni di portare da 2 a 6 mesi il
termine di permanenza dei migranti nei centri di identificazione
ed espulsione. Secondo De Rubeis, questo maggior tempo può
“garantire per le vie italiane maggiore sicurezza e si da al
contempo maggiore tempo agli organi di polizia per avere più
informazioni possibili sull’immigrato stesso”.
“Questo invece non può accadere – sottolinea il sindaco De
Rubeis – ed è da condannare, se lo si vuole fare a Lampedusa
perché la mia è un’isola a vocazione turistica. Questa scelta di
Maroni dimostra, di fatto, che il Cie è equiparato ad un carcere.
Pertanto – prosegue – vanno garantite tutte quelle norme di
sicurezza, igiene e ordine pubblico che nel territorio di
Lampedusa viene difficile garantire, in base alle esperienze
vissute. E lo dimostra il fatto – sottolinea – che 900 uomini
delle forze ordine trovano enorme difficoltà nel garantire la
sicurezza qui. Questa – aggiunge – sta a significare che la
scelta di Maroni per Lampedusa diventerebbe la condanna a morte
ma soprattutto una ulteriore militarizzazione del territorio:
l’isola diventerebbe la Guantanamo dell’Italia.Ricordo – conclude
– al Governo e al ministro che Lampedusa è Italia”.
Cas
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