Immigrati/ Frattini: No a poliziotti italiani in Tunisia

Tunisi, 15 feb. (TMNews) – Nessun poliziotto italiano in territorio tunisino, nessuna pattuglia tricolore lungo le coste del paese nordafricano: l’Italia risponderà all’emergenza migratoria con “equipaggiamenti” e aiuti economici al governo di transizione che ha rimpiazzato Ben Ali, nel “pieno rispetto della sovranità” della Tunisia e con un “appoggio politico totale alla rivoluzione pacifica che trasformerà il paese in uno stato democratico”. La precisazione è arrivata dal ministro degli Esteri Franco Frattini nella tarda serata di ieri, dopo un incontro con il neo-premier tunisino Mohammed Gannouchi servito a raffreddare gli animi sia a Roma che a Tunisi davanti al rischio di un esodo senza precedenti dal Maghreb all’Italia.

“C’è accordo completo sul fatto che né la tratta di esseri umani né la regolarizzazione degli illegali possono essere consentite: sono incoraggiamenti a nuova criminalità”, ha detto Frattini ai giornalisti che lo hanno seguito a Tunisi. Le forze armate tunisine hanno garantito che si occuperanno dei “porti di partenza, e questa è la chiave del successo – ha illustrato Frattini – coloro che sfuggono a questo controllo e vengono intercettati in alto mare saranno invece auspicabilmente bloccati da missioni di pattugliamento internazionali Frontex”, l’Agenzia europea delle frontiere.

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ieri ha chiesto ufficialmente alla Commissione europea 100 milioni di euro oltre a un nuovo ruolo operativo di Frontex che quindi dovrebbe operare, a differenza delle intenzioni iniziali del Viminale, in acque internazionali, “in alto mare”, e non nelle acque territoriali tunisine dove invece si avvarrà dell'”aiuto della forza navale interna”.

Prima della missione lampo di Frattini da Gannouchi – al termine di un vero e proprio tour de force che ha portato il ministro anche in Siria e in Giordania in meno di ventiquattr’ore – il dialogo Roma-Tunisi era andato avanti a distanza, con pesanti incomprensioni reciproche: “L’intenzione del governo italiano è di offrire un aiuto alla polizia tunisina inviando le nostre forze per controllare le coste, la sola maniera di impedire le partenze di immigrati clandestini – aveva dichiarato ieri in giornata Maroni – Oggi in Tunisia non c’è più un sistema di sicurezza e noi siamo disposti a offrire risorse, mezzi e navi vedetta”.

Davanti all’ipotesi dell’invio di pattuglie e uomini sul suo territorio, il portavoce del governo di Tunisi aveva inizialmente definito “inaccettabile” la strategia italiana accusando il ministro leghista di essere un rappresentante “dell’estrema destra razzista”. Poche ore dopo, Tunisi aveva fatto sapere che non avrebbe tollerato “interferenze nei suoi affari interni”.

Da qui l’intervento della Farnesina. “Il ministro Maroni aveva fatto riferimento ad aiuti in termini di equipaggiamenti che sono bene accetti, ed è confermato” ha dichiarato diplomaticamente Frattini in serata, “Gannouchi ci ha proposto un incontro tecnico tra due delegazioni, delle autorità di sicurezza tunisine e delle autorità italiane per offrire ciò che possiamo offrire, dai sistemi di monitoraggio radar delle coste a veicoli attrezzati per il pattugliamento costiero, equipaggiamenti delle forze di polizia che saranno usati da personale tunisino”.

“La richiesta di Tunisi è di equipaggiamento e di mobilitazioni a sostegno finanziario – ha chiosato il titolare della Farnesina – Noi siamo lontani da ogni tipo di approccio impositivo, la Tunisia è uno stato sovrano e noi ne rispettiamo la rivoluzione democratica pacifica”. Gannouchi, dal canto suo, ha preso atto del “sostegno dell’Italia al cammino verso la democrazia”. “Siamo un paese che ha la capacità di superarsi – ha dichiarato il premier alla stampa italiana – per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi”. Ed è proprio in nome delle riforme che Gannouchi ha annunciato per marzo una conferenza che riunirà i paesi interessati ad appoggiare la transizione democratica.

La responsabile della politica estera Ue Catherine Ashton, a Tunisi poche ore prima del ministro degli Esteri italiano, ha già risposto con un pacchetto di finanziamenti consistente: 17 milioni di euro subito, e 258 milioni entro il 2013. Da parte italiana arriveranno invece “aiuti urgenti” per 5 milioni di euro da investire in settori che il governo indicherà come prioritari e nuove “linee di credito”: “Abbiamo parlato – ha riferito Frattini – di un centinaio di milioni”.

Spr/Coa

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