Immigrati/ Maroni contro Europa, Italia isolata al Consiglio Ue

Lussemburgo, 11 apr. (TMNews) – Tutto secondo copione al Consiglio dei ministri Ue degli Affari interni, oggi a Lussemburgo. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al suo arrivo ha fatto immediatamente capire che cosa c’era da attendersi: “Oggi vedremo se esiste l’Europa unita e solidale o se è solo un’espressione geografica”, ha detto, citando una famosa frase di Metternich sull’Italia prima dell’unità.

Maroni è arrivato con una richiesta precisa, che già sapeva non sarebbe stata accolta (l’attivazione della direttiva sulla ‘protezione temporanea’ degli sfollati da situazioni di conflitto), e con una richiesta generica di “solidarietà”, attraverso una qualche forma di ‘ridislocazione’ fra gli altri Stati membri dei circa 20.000 migranti economici, per lo più tunisini, sbarcati negli ultimi mesi soprattutto a Lampedusa.

La direttiva 55/2001 sulla protezione temporanea, che prevede anche una forma di redistribuzione dei migranti fra i paesi Ue, ma sempre su base volontaria, non poteva essere attivata per due ragioni: la prima è che non c’è la maggioranza qualificata favorevole in Consiglio (l’hanno chiesta solo Italia e Malta); la seconda, più importante, è che non ci sono le condizioni (un afflusso massiccio di sfollati da regioni in guerra o dove vi sono violazioni sistematiche dei diritti umani) che la Commissione europea deve valutare per proporre di far scattare la protezione internazionale. Soprattutto, per ora questa direttiva non servirebbe affatto all’Italia, perché non può applicarsi ai migranti economici come i 20.000 giovani tunisini sbarcati a Lampedusa, ma solo ai pochi sfollati in fuga dalla guerra civile libica che sono riusciti ad arrivare in Italia.

Anche il richiamo italiano alla ‘solidarietà’, per redistribuire i migranti economici, era chiaramente destinato a cadere nel vuoto: al contrario che per i rifugiati, questo tipo di ‘condivisione degli oneri’ non è previsto dalle normative Ue.

Non si capisce che cosa l’Italia volesse di più, visto che tutto quel che poteva ottenere (soldi, assistenza, appoggio coi tunisini) l’ha avuto dalla Commissione, e che i permessi di soggiorno temporanei nazionali sono ormai considerati da Bruxelles e dai Ventisette “conformi alla lettera” delle regole di Schengen, anche se i tedeschi denunciano che ne tradirebbero ‘lo spirito’. Di qui, la sorpresa che ha suscitato nella Malmstrom e negli altri ministri l’improbabile minaccia di Maroni di uscire dall’Ue.

Certo, dal punto di vista mediatico e politico, le dichiarazioni di Maroni sono un grande successo: la sua frase a effetto sull’Europa, “meglio soli che male accompagnati” è stata tradotta dai cronisti in tutte le lingue dei Ventisette, e il ministro può ora presentarsi come un ‘duro’, solo contro tutti, a quella parte dell’opinione pubblica nazionale che gli sta più a cuore, che l’Europa non l’ha mai amata, e che mai accetterebbe da un altro Stato membro quel che l’Italia chiede ai suoi partner dell’Ue.

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