Il declino di una civiltà rispetto alle altre è racchiuso nelle piccole cose perché è poi da quelle che nascono le grandi storie.
Sabato sera sulla centinaia di migliaia di persone si sono radunate in una chilometrica colonna davanti al palco per la organizzata ogni anno dalla televisione pubblica France 2 con i migliori artisti (rigorosamente) francesi: c’era di tutto, dalla famiglia provenzale con bambini sulle spalle a gruppi di ragazzi maghrebini marsigliesi davanti a mega schermi e casse fotoniche che facevano innalzare perfino le onde del mare.
Non erano santi ma parecchio peccatori, e non è che sugli scogli fronte casinò si bevesse acqua tonica o si fumassero sigari cubani, né che ci si scambiasse tenere effusioni, eppure in tutto quel mare magnum di felicità, sapori e odori, sapete quanti sono stati gli interventi della Croix Rouge francese per soccorrere ignari spettatori inciampati in bottiglie o nasi rotti da risse iper alcoliche? Nemmeno uno. Silenziose e tolleranti erano schierate severe lungo chilometri di Promenade: come si dice, bastava la presenza sia per disincentivare i malintenzionati che per sopportare tutto ciò che non ledeva la felicità altrui, pur provocandone la propria. Serietà, legalità e fermezza sono state garantite senza sconti né eccessi, doviziosamente.
Più o meno alla stessa ora all’in mezzo alle quarantamila persone presenti al concerto di un addetto ai soccorsi postava su Facebook queste parole: «La posizione migliore per vedere come vanno le cose durante una battaglia è appunto la tenda della Croce Rossa. Qualcuno strafatto già prima del concerto. Se lo perderà. A metà una ragazzina di 20 anni con la faccia piena di sangue chiede aiuto poco distante dalle transenne. I volontari scavalcano, la afferrano sottraendola alla folla invasata che balla, fuma e canta e se ne sbatte della ragazza piangente. Nelle mani ha un pezzo di naso. Dice, tra le lacrime di dolore attenuate dalla recente “canna”, che il fidanzato ubriaco le ha staccato il naso con un morso. Vero. Visto. Medicata».
Dieci, cento, mille Fête de la musique e concerti di Manu Chao ma scommettete che scambiando i paesi e gli scenari, con la prima all’autodromo forse ci sarebbe scappato il morto, e con il secondo a Nizza non sarebbe successo proprio nulla?
Da qualche parte le leggi, il senso civico, la convivenza civile o, se lo fanno, strizzano l’occhio a tutti, mentre da qualche altra parte valgono solo per alcuni (i più sfigati) ma non per tutti (i più furbi).
È lo stesso motivo per cui nella Liga di calcio spagnola retrocedono d’ufficio quattro giorni dopo la fine del campionato per debiti eccessivi, tutti si adeguano e non battono ciglio mentre da noi hanno tentato di salvarecon un buco di oltre duecento milioni oltre la soglia della decenza o iscrivono a campionati drogati decine di squadre che non pagano nessuno da mesi o da anni. Qui funziona così: chi è in regola e paga tutto fino all’ultimo centesimo fa la figura del coglione, e chi fotte meglio l’erario o i tifosi viene trattato da salvatore della patria.
È lo stesso motivo per cui, restando al pallone, il calendario della è stato diramato il 17 giugno, un giorno prima di quello della francese, questa settimana toccherà alla e il 14 luglio alla Liga mentre la nostra, boh, chissà, vedremo a fine luglio o inizio agosto in base a calcioscommesse-ripescaggi-regole da scrivere-riscrivere in base al potere dei beneficiari o alla potenza dei danneggiati.
È lo stesso motivo per cui, tornando a Nizza, la rete tranviaria di 21 fermate per 9 chilometri è stata iniziata nel 2003, inaugurata nel 2007 senza se e senza ma: e pazienza se ti trapano le orecchie, ti spostano l’entrata di casa o quella del garage, magari abbattendo qualche palma secolare. Nessuno blocca l’avanzata del bene comune davanti all’interesse particolare: e se provi a mettere insieme qualche centinaio di firme o ti arrampichi sui rami, arriva la Gendarmerie e ti porta via. Nel disinteresse degli altri milioni di cittadini.