Quindici giorni, intensi, di lavoro sul campo. Quindici giorni divisi tra Varesello e Biumo Inferiore – dove il Varese si trova per pranzo, ospite delle ancelle di San Giuseppe Lavoratore – : nessun super ritiro, solo il clima famigliare perfetto per costruire una stagione che tutti sognano indimenticabile quanto quella appena passata. Quindici giorni conditi da due amichevoli (Torino e Inveruno) a cui si aggiungerà oggi la terza, programmata per le 16.30 a Novarello contro la Primavera del Novara. Quindici giorni per sudare ma anche per capire, fare valutazioni, conoscersi; e spiegare cosa significa vestirsi di biancorosso.
Nella mente e nei piani del timoniere, Ernestino Ramella, la rotta è chiara e le prime due settimane di lavoro ne soddisfano le aspettative, soprattutto per quanto riguarda l’atteggiamento della sua ciurma: «Innanzitutto in questi quindici giorni non c’è stato nessun infortunio. Importante per proseguire il lavoro senza intoppi e, soprattutto, un ottimo segnale da parte dei ragazzi: significa che sono già arrivati preparati, che hanno lavorato individualmente nei giorni precedenti al ritiro perché ci tenevano ad arrivare pronti all’appuntamento».
Per ora il programma è sempre stato di “doppi” a Varesello: «Di mattina si lavora con il “prof” (il preparatore atletico Ciro Improta, ndr), nel pomeriggio dobbiamo aggiungere velocità e palla al lavoro di fondo – prosegue il tecnico biancorosso – Ci serve far fatica e per questo facciamo sempre allenamento prima delle amichevoli: dobbiamo imparare ad affrontare la stanchezza. Il risultato, per ora, conta fino a un certo punto: ma dobbiamo capire che ci sarà da soffrire in una stagione lunga e impegnativa».
I test servono poi a mister Ramella – e, in seconda battuta, anche alla squadra mercato – anche a farsi un’idea sempre più precisa del gruppo, delle sue potenzialità e delle alternative a disposizione: «Certo. In queste partite proverò a mischiare un po’ le carte, per capire quanti ruoli diversi possono ricoprire i miei giocatori e che possibilità di scelta avremo a disposizione durante l’anno. Poi c’è da lavorare e abituarsi a entrambe le fasi di gioco: l’anno scorso questa squadra ha attaccato per 80’ a partita, quest’anno può essere, molto probabilmente sarà, diverso. Dobbiamo prepararci».
Le prime due amichevoli hanno dato segnali positivi: «Buona partita contro il Torino, contro l’Inveruno 25’ ottimi in cui potevamo salire sul 2 o 3 a 0, poi invece alla prima occasione hanno fatto gol loro – l’analisi di mister Ramella – Il calcio è questo, si sa. Considerando i carichi di lavoro abbiamo fatto comunque bene. Vincere aiuta ma preferisco test come questi rispetto a sfide a squadre di categorie inferiori in cui magari riesci a vincere con punteggi anche molto larghi. Non servono: per vincere bisogna imparare a perdere e a soffrire. L’impresa dell’anno scorso resta e non si cancella, ma dobbiamo dimenticarla: questo sarà un altro campionato».
Oggi c’è la Primavera del Novara: «Affrontiamo una squadra under e per questo ho intenzione di schierare molti dei nostri giovani, che in questa categoria sono fondamentali: la differenza la fanno i quattro giovani in campo, che devono essere superiori ai quattro degli avversari. Oggi e nelle prossime sfide, giocheremo per vincere ma quello che mi preme è vedere che cominciamo a fare le cose su cui lavoriamo. Dobbiamo arrivare al debutto ufficiale con i giusti automatismi, dal portiere all’attaccante».
Sul modulo preferito non c’è dubbio («il 4-2-3-1 è stata la mia tesi a Coverciano»), ma le partite potrebbero costringere a qualche cambiamento: «Troveremo squadre che ci potrebbero spingere a cambiare. Il 4-2-3-1 resta però la scelta principale anche per una questione legata ai giocatori a disposizione: abbiamo tanti attaccanti o comunque giocatori offensivi».
Girone A o girone B? Le insidie non mancano né da una parte né dall’altra: «Ci sono tante squadre forti. Nel girone A la corazzata Sanremese e poi Savona, Cuneo, Chieri, Gozzano… Nel B il Seregno, il Pavia, le bergamasche che conosco bene e in più tanti possibili derby: Pro Patria, Legnano, Varesina, Bustese… Ovunque vai non sai cosa porti a casa. Ma la squadra blasonata, con Pro Patria e Legnano, siamo noi: siamo il Varese, giocheremo come il Varese deve fare».
Il mister ha comunque una piccola preferenza: «I giocatori del girone B si conoscono e tanti conoscono me. Nel girone A meno: visto che mi piacciono schemi, rimesse laterali, calci piazzati, preferisco la “sorpresa” del gruppo piemontese e ligure».
In chiusura, una chiamata ai tifosi biancorossi che, a oggi, hanno sottoscritto 150 abbonamenti: «Tanti o pochi? Sono uomo di campo, non saprei dire… Ciò di cui sono sicuro è che ci sarà da soffrire e combattere tutti insieme e che i tifosi biancorossi, come sempre, avranno un ruolo fondamentale».