Imprese, banche e credito. Gli elementi di discussione sono gli stessi da tempo ma il problema oggi sembra non essere più quello di chiedere e trovare denaro.
Secondo il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, oggi la domanda di credito da parte delle imprese è scarsa: le imprese, ma anche le famiglie, vogliono restituire i loro debiti prima di chiedere nuovi finanziamenti. E questo sarebbe limitante per la crescita, oltre che castrante per le nuove politiche monetarie, tese a stimolare il credito, decise nelle settimane scorse dalla Banca centrale europea.
Ed effettivamente le statistiche confermano che in questi anni sono stati raggiunti livelli record di debito da parte delle imprese ed anche delle famiglie, ma è anche vero che le indagini congiunturali di questi primi mesi del nuovo anno registrano segnali incoraggianti di ripresa.
Pier Aldo Bauchiero direttore regionale Lombardia di Intesa Sanpaolo, ci aiuta a capire come stanno effettivamente le cose: «Prima di tutto mi sento di confermare che i segnali della ripresa ci sono, se pure contenuti e prudenti: nel primo trimestre di quest’anno abbiamo riscontrato dati in miglioramento sia per quanto riguarda finanziamenti alle imprese sia alle famiglie».
Tre sono gli elementi che, secondo Bauchiero, sottolineano ora una rinnovata relazione di fiducia tra le banche e il mondo di imprese e famiglie: «La ripresa economica a livello generale, stimolata ora anche grazie alle iniziative intraprese su scala nazionale e in sede europea».
«La maggiore disponibilità da parte delle banche stesse, che finalmente sono state alleggerite di alcuni vincoli legislativi e regolamentari e quindi sono maggiormente motivate a concedere nuovo credito per via delle nuove misure che andranno ad attuarsi ed infine l’utilizzo di finanziamenti progressivi, ossia l’erogazione di credito in misura proporzionata all’esigenza e rinnovabili a seconda delle esigenze del cliente che tenderà a sostenere gli investimenti e il capitale circolante con implicazioni positive sulla ripresa dell’economia delle famiglie, delle imprese e del sistema produttivo più in generale». Tutti questi elementi che rafforzano la fiducia tra le parti consentiranno alla banca di individuare le nuove esigenze di credito «e di erogarlo quindi in una formula di “credito rotativo” che punterà a ripristinare l’ammontare del prestito originario sulla base della progressiva estinzione secondo contratto».
Questo aprirà la strada a un nuovo modo di affrontare la propria posizione debitoria per le imprese, ma anche per le stesse famiglie che, «man mano che il plafond iniziale si esaurisce a valle del rimborso delle rate, potranno disporre nuovamente dello stesso consapevoli della propria capacità di rimborso e della propria disponibilità finanziaria. Le limitazioni alla spesa corrente infatti spesso hanno origine nel fatto che non si ha la corretta percezione delle proprie possibilità finanziarie».
Tutto ciò porterà a un miglioramento complessivo dell’intero sistema: «Sinora in effetti le banche hanno incontrato in generale problemi sostanziali in termini di capitalizzazione, vincoli legati alle norme di Basilea e alle regolamentazione, alla soffocante crisi che ha investito il sistema economico: questo certamente ha creato anomalie gestionali del credito che hanno poi generato incagli e sofferenze incisivi sui bilanci e anche sul “morale “ degli imprenditori e delle famiglie: si è giunti a un grado di rassegnazione preventiva che frenava gli stessi a chiedere credito, in una spirale negativa per tutti. Finalmente la situazione è cambiata e possiamo guardare tutti con fiducia al futuro».
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