VARESE La verdura fa bene alla salute, ripetono i medici. Giusto ma, per colpa dell’Imu, rischia di far male al portafoglio.
Il motivo è presto detto: la nuova imposta comunale sugli immobili prevede, infatti, che anche sugli appezzamenti di terreno destinati a orti familiari venga applicata l’aliquota da seconda casa, cioè lo 0,76%, con lo sconto massimo del 25%.
Un duro colpo per i tantissimi varesini e varesotti che, in questi anni, si sono riavvicinati anche in questo modo alle tradizioni,
spesso con il sostegno delle amministrazioni comunali.
È il caso del Comune di Varese attraverso l’iniziativa “Orto anch’io”: si tratta di piccoli appezzamenti dati in uso in uso gratuito dal Palazzo e coltivati per uso domestico. Anche in questo caso bisognerà pagare l’Imu? Chi e come dovrà sborsare i soldi? E, soprattutto, tutti gli orti diventeranno un costo? Forse no, dato che il decreto fiscale prevede l’esenzione per i terreni che fanno parte delle “regioni agrarie svantaggiate”. Ogni cittadino, e Comune, dovrà dire se rientra o meno in questa categoria.
Insomma, la confusione regna sovrana, rafforzata dal fatto che molte amministrazioni non hanno ancora deciso quali aliquote applicare. Ecco il punto: i terreni l’aliquota base è dello 0,76%, modificabile entro una forbice che va dallo 0,4% al 1,06%.
«Ho presentato una proposta martedì alle parti sociali – dice il primo cittadino di Varese, Attilio Fontana – Il dialogo per valutare le soluzioni è aperto a tutti. Dopo il ponte del primo maggio definiremo una data per un secondo incontro». L’ipotesi al momento è quella di portare le aliquote allo 0,45 e allo 0,83.
Intanto tremano gli appassionati e gli agricoltori, il cui settore sarà interessato per la prima volta da un’imposta che, nonostante le poche certezze, sarà una batosta. «Insostenibile – rincara la dose Pasquale Gervasini, presidente Confagricoltura – Si stima infatti che l’introduzione dell’Imu porterà alla chiusura di 200 mila aziende sul territorio italiano. Non solo una perdita economica ma anche di tradizioni, oltre al fatto che gli agricoltori sono a presidio dei territori, e lo fanno a beneficio dell’intera collettività. È vero che l’agricoltura deve fare la sua parte nel piano salva-Italia, ma noi crediamo che il prezzo che ci è stato chiesto sia spropositato. La nostra è una agricoltura intensiva, confinata nei pochi spazi rimasti in una provincia e si tratta comunque di una realtà agricola viva e vitale, che dà occupazione a più di duemila persone».
Gli fa eco Giuliano Bossi, direttore di Confagricoltura: «Oltre all’Imu sui terreni agricoli quello che veramente inciderà sarà la tassazione sui fabbricati. Tassando i redditi sarebbe una manovra più equilibrata, colpire così le aziende agricole sul patrimonio è un salasso».
«Ci sembra di capire che i tecnici non abbiano conoscenze specifiche del nostro settore agricolo. Il nostro settore è più vulnerabile di quello industriale o artigianale, dipendiamo dal clima, si pensi alla gelata di quest’inverno che ha penalizzato i florovivaisti».
e.conca
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