«Via dei Mille, il confronto paga. In due anni zero disagi». Parla l’ex assessore ai servizi sociali Mario Cislaghi, che conosce la vicenda dei richiedenti asilo di via dei Mille meglio di chiunque altro, visto che l’ha seguita da vicino dal primo “sbarco” in città, alla vigilia di Ferragosto del 2014, nell’ex palazzo del Cral Enel, fino a quando è rimasto in carica con la Giunta Farioli. «Appena arrivati i profughi, abbiamo subito fatto richieste di chiarimenti e documentazione alla Prefettura –
ricorda Cislaghi – quel palazzo, che inizialmente era abitato da due famiglie di ex dipendenti dell’Enel, è stato controllato meglio di qualsiasi altro edificio in tutta la città». Il primo sopralluogo, effettuato dalla polizia locale e dai tecnici del Comune, avviene già il 18 settembre 2014, quando i profughi erano appena 40: «Abbiamo verbalizzato, e inoltrato alla Prefettura, una serie di richieste migliorative». Cislaghi rivendica le iniziative messe a punto nei due anni di gestione della vicenda, dalla «convocazione di un tavolo di lavoro con il Distretto di Busto Arsizio dell’Asl di Varese, i tecnici del Comune e la Polizia Locale per definire e rafforzare la collaborazione e gestire al meglio il problema dei profughi», fino alla stesura del protocollo d’intesa per i lavori socialmente utili per le realtà del terzo settore. Dal quale, ricorda l’ex assessore, «sono scaturiti solo tre accordi, con Piccolo Principe, Aias e Legambiente. Un peccato perché è un’opportunità per favorire l’integrazione di cui tanti parlano».
Il bilancio di due anni – «nessun onere a carico dell’amministrazione comunale e nessun intervento da segnalare sia per la sicurezza che per le questioni igienico-sanitarie» – sembra cozzare con i problemi delle ultime settimane. «Anche per il rilascio delle carte d’identità – sottolinea Cislaghi – il percorso era stato avviato, con l’obiettivo di consegnare gradualmente i documenti, prima agli ultimi arrivati, quelli meno a rischio espulsione in tempi ravvicinati, ma si è fermato per via dei Mille, mentre a Casa Onesimo i documenti sono stati rilasciati». Ora, per superare l’impasse, il suggerimento dell’ex assessore è di superare le divisioni di schieramento: «È una di quelle questioni per le quali non ci dovrebbero essere maggioranza e opposizione, ma una posizione unitaria e un tavolo comune per trovare delle soluzioni. Finché si dibatterà del problema solo dal punto di vista politico-elettoralistico non si andrà da nessuna parte, sapendo benissimo che il singolo Comune non può fare molto per limitare l’arrivo dei profughi».
Cislaghi si dice disponibile a mettere in campo l’esperienza accumulata in due anni, in cui ricorda di aver «visitato il centro di via dei Mille ogni quindici giorni» e di essersi «confrontato quasi quotidianamente con il Prefetto e con gli operatori», perché «il dialogo, il confronto, il metterci la faccia in prima persona alla lunga paghi – sostiene Mario Cislaghi – fino al termine del mio mandato non ci sono stati particolari problemi, tenendo conto che tra i miei colleghi di Giunta non tutti la pensavano allo stesso modo (tra gli assessori anche il leghista Ivo Azzimonti che settimana scorsa era in prima fila davanti alle telecamere di Rete4, ndr). Eppure ha sempre prevalso il buon senso».