– In occasione della Giornata della memoria in calendario domani, la Provincia di Varese si è raccolta nel ricordo e nella riflessione.
Due gli strumenti: l’inaugurazione di una mostra dal titolo “Perché non accada mai più” e la consegna di una medaglia d’onore ai familiari di , cittadino della nostra provincia deportato in un campo di detenzione in Austria durante la seconda guerra mondiale.
Entrambe le cerimonie si sono svolte ieri mattina all’interno di Villa Recalcati, alla presenza di un folto pubblico e di diverse autorità, tra le quali il vicepresidente della Provincia , il sindaco di Varese
, il prefetto , il consigliere provinciale ed il colonnello dei carabinieri .
La mostra, fotografica e documentale, è stata organizzata da Anfass Varese e Fondazione Piatti, con il contributo della Fondazione comunitaria del Varesotto, del Comune di Varese, della Provincia e di Regione Lombardia.
Tema, l’agghiacciante programma di eugenetica messo in atto dal regime nazista a partire dal 1933: ben prima del secondo conflitto mondiale e della deportazione e uccisione di milioni di ebrei, questo scellerato intento portò alla sterilizzazione di circa 400mila persone ed alla morte di altre 70mila.
/>La rassegna è stata presentata dagli studenti del liceo artistico Frattini di Varese che hanno inscenato una parte di Ausmerzen, il monologo teatrale di contenente una descrizione drammatica e cruda dello spirito deviato di quegli anni bui. «Mostra e rappresentazione vogliono avere un valore didascalico verso quello che è stato un vero e proprio sonno della ragione – ha affermato il vicepresidente della Provincia di Varese Ginelli – L’impatto è forte, ma serve per riflettere». La mostra inaugurata ieri resterà aperta al pubblico a Villa Recalcati fino all’8 febbraio, tutti i giorni dalle 10 alle 16:30.
Prima ancora che i giovani attori si esibissero sull’itinerante palco costituito dalla sala conferenze della dimora istituzionale, un altro tassello di memoria è stato aggiunto: figlia e nipote di Carlo Montalbetti hanno ricevuto dalle mani del prefetto Zanzi la medaglia d’onore, una onorificenza conferita a cittadini italiani, civili o militari, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.
Montalbetti, nato a Daverio nel 1917 e deceduto nel 2008, da militare di leva fu trattenuto alle armi e partecipò alla seconda guerra mondiale, venendo prima inquadrato nel 32° Reggimento Artiglieria da montagna “Marche” di base a Padova, poi nel 10° Battaglione someggiato ed infine – dal 1940 – nel 7° Battaglione con il grado di soldato scelto.
Nel novembre del 1941 fu imbarcato a Bari sul piroscafo “Quirinale”, con destinazione Albania, ove partecipò alle operazioni belliche.
Spostato successivamente in Croazia, il 9 settembre 1943, immediatamente dopo l’armistizio, fu catturato dai tedeschi, internato in un campo di detenzione in Austria e sottoposto a lavoro coatto in uno zuccherificio.
Il 27 giugno 1945 fu infine liberato dagli alleati: «Nessun contesto è più adatto di questo per la consegna dell’onorificenza – ha commentato Zanzi – Le generazioni che verranno dovranno ricordarsi dei sacrifici patiti da persone come Montalbetti».
«Figure come quella del premiato – ha ribadito il sindaco Fontana – sono la dimostrazione della capacità dell’uomo di diventare più forte anche della perfidia dei suoi simili».