VARESE – Nella provincia di Varese “mancano almeno 800 infermieri”, complice la ‘fuga’ di professionisti verso la Svizzera che, per le condizioni offerte a chi sceglie di lavorare come frontaliero in Canton Ticino, appare “una vera e propria ‘isola felice’ dove decidere di approdare”. Ma “per tutta risposta, l’Asst Sette Laghi è pronta ad assumere, paradossalmente, operatori sanitari addirittura dall’America Latina per tamponare la falla”. Lo segnala il sindacato Nursing Up, rilanciando l’allarme sull’esodo di infermieri oltre confine.
“Siamo venuti a conoscenza di possibili assunzioni dall’America Latina – riferisce il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma – DovrebbIero essere 12 unità e arriveranno da Paraguay e Argentina. Saranno i primi infermieri extracomunitari assunti direttamente da un ospedale pubblico, l’Asst Sette Laghi, dall’altra parte del mondo. In queste settimane stanno sostenendo gli esami e i colloqui a distanza e in autunno, se promossi, potranno entrare in servizio”. “Come in altre occasioni – precisa De Palma – ripetiamo che non abbiamo nulla contro questi professionisti. Ma è impensabile, è paradossale, formare i migliori professionisti d’Europa e vederli diventare punti cardine di sistemi sanitari di altri Paesi del Vecchio continente, mentre noi, per rimpiazzare i nostri migliori elementi, andiamo a cercare infermieri dall’India e dal Sud America. Qualcuno, per nascondere la verità, osa chiamarla globalizzazione. Scusateci tanto, noi no. Per noi – attacca il leader sindacato – è solo pressappochismo di una politica incapace di costruire, da troppo tempo ormai, una sanità a misura di infermieri”.
‘Ne mancano almeno 800 e 180 andranno in pensione – Circa 20 al mese fuggono in Svizzera, fermare esodo’ (Adnkronos Salute) – “In provincia di Varese, nelle case di cura – riporta De Palma – si arriva al 50% di infermieri in meno rispetto a qualche anno fa, un gap che sembra impossibile recuperare. Negli ospedali sul territorio, cioè nell’Asst Sette Laghi e nella Valle Olona, ne mancano circa 500. In totale, sono” appunto “almeno 800 gli infermieri mancanti in provincia” e la situazione è destinata a peggiorare considerando che “entro la fine dell’anno, nella sola Asst Sette Laghi, sono previsti oltre tutto 180 pensionamenti: un numero difficilmente colmabile, visto che i concorsi vanno pressoché deserti”. Dove sono gli infermieri? E dove vanno quando si dimettono? “Nel 2022 l’Opi”, l’Ordine delle professioni infermieristiche di “Varese ha fatto registrare 350 cancellazioni da parte di infermieri, mentre il picco massimo era sempre stato di 150 negli anni precedenti. Di questi 350, la maggior parte hanno scelto di diventare frontalieri, diretti in terra elvetica. Numeri che denotano un peggioramento della situazione, visto che nel 2021 erano stati circa 250 gli infermieri passati a lavorare in Svizzera”, ricorda il presidente Nursing Up. “Mediamente – calcola – sono circa 20 al mese gli infermieri della provincia di Varese che scelgono di andare a lavorare oltre confine, per la maggior parte in Svizzera”. E “non è certo più rosea la situazione in provincia di Como. Nel solo 2021, 283 dipendenti dell’Asst Lariana hanno volontariamente rassegnato le dimissioni e oltre la metà ha deciso di diventare frontaliero, lavorando stabilmente nel sistema sanitario svizzero” dove vengono offerti “stipendi base da 3.500 euro al mese, netti, anche al primo incarico post laurea”.
“I dati cantonali – prosegue De Palma – confermano un trend pericolosamente in crescita, registrando nel triennio 2020-2022 una media di circa 350 professionisti della salute (di cui il 90% infermieri) che sono passati oltre confine dalle province di Varese e Como. Si tratta di più del doppio dei trienni precedenti. Non possiamo sottovalutare le nefaste conseguenze di quanto sta accadendo”, avverte il sindacalista. “Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e ignorare i contraccolpi che la sanità lombarda subisce ogni giorno dalla fuga di infermieri in Svizzera. E’ impossibile non immaginare che tutto questo ricade sulla qualità dei servizi verso i cittadini”. Purtroppo, “almeno per il momento – rileva De Palma – la mozione bipartisan presentata in Consiglio regionale” lombardo, “per fornire un’indennità di confine agli infermieri delle province di Varese, Como, Lecco e Sondrio, seppur lodevole e certamente da apprezzare, rischia di non essere sufficiente ad arginare quella che è una vera e propria fuga che non sarà certo semplice bloccare. Occorrono ben altre soluzioni”, ammonisce il Nursing Up.
(Fonte Adnkronos Salute)