Quello che sta per iniziare non sarà soltanto il terzo campionato delle fenici in Serie D, ma pure il quinto di un uomo che rappresenta e racchiude nel proprio essere la Varesina stessa con i suoi colori: Alessandro Albizzati. Un uomo che ha sempre messo in campo e fuori tutto ciò che aveva. Faccia compresa, prendendo spunto da quel John Terry – suo idolo – con il quale da questa stagione condividerà il numero di maglia, il 26.
Molto bene, mi sento in forma e pronto per iniziare. Il lavoro che abbiamo fatto in ritiro è servito molto, a me come a tutta la squadra.
È stata una bella e piacevole sorpresa. A Carpineti abbiamo avuto la possibilità di lavorare duramente e con molta concentrazione. Poi credo fortemente che sia stato fondamentale per conoscersi e capirsi sin da subito, e non solo in campo.
Esatto, è proprio quello il punto. Capire con chi hai a che fare, che persone faranno parte della tua quotidianità, è vitale per il buon esito di una stagione. Personalmente penso che se all’inizio della scorsa stagione avessimo avuto la possibilità di partire come abbiamo fatto quest’anno, avremmo evitato alcuni problemi che ci hanno condizionato nell’ultimo campionato.
Non penso proprio, anzi mi sento già di escluderle perché non sono arrivati soltanto grandi calciatori, ma soprattutto grandi uomini che hanno voglia di lavorare a testa bassa come dimostrano giorno dopo giorno.
Ovviamente per la salvezza, sarà questo il nostro obiettivo minimo e principale; poi è ovvio che si spera sempre in qualcosa di più e dopo due salvezze consecutive vorresti raggiungere posizioni più alte, ma tutto dipenderà da noi stessi. L’importante sarà rimanere saldamente con i piedi per terra.
Osuji è venuto con noi in ritiro e si è integrato molto bene. Certo che un suo approdo alla Varesina ci farebbe fare un ulteriore salto di qualità, alzando quindi l’asticella. Però prima deve arrivare e poi ribadisco che restare in Serie D dovrà essere il nostro obiettivo primario.
La compattezza e l’entusiasmo di un gruppo che si cementa ogni giorno di più, la voglia di riscattare un anno non andato come volevamo e l’abilità di Spilli nell’alternare moduli e atteggiamento a seconda delle situazioni.
Ne vorrei uno simile a quello di due anni fa, pieno di squadre, piazze e stadi importanti come Como o Lecco, per fare degli esempi. Partite affascinanti insomma.
Preferivo le classiche tre, però bisognerà capire bene come verranno regolamentate. La paura è quella di avere dei secondi tempi troppo lunghi e spezzettati, anche se da quello che ho letto non sarà così. Diciamo che potrebbero aiutare gli allenatori.
Il maggior numero possibile. L’anno scorso per colpa di qualche problema fisico ne ho fatto soltanto uno; è vero che ne vale almeno dieci vista l’importanza che ha avuto, però vorrei aumentare un po’ il mio bottino, magari puntando a farne tanti come due campionati fa.
Ai tifosi chiedo di starci vicino, di essere il famoso 12° uomo in campo per aiutarci e sostenerci soprattutto nei momenti di difficoltà. Agli avversari dico solo che vogliamo stupire, che siamo pronti a tutto e a tutti.