VARESE – Un imprenditore edile ha denunciato alla polizia di aver visto una settimana fa, a Orbetello, un ragazzo molto simile a , lo studente diciannovenne partito per un trekking il 29 gennaio di cui si sono perse le tracce.
L’imprenditore ha raccontato che il giovane, «che sembrava smarrito, ma che si capiva non fosse un barbone», camminava su una strada vestito con la mimetica, proprio come Paolo. L’imprenditore lo ha avvistato due volte, e ha stimato potesse aver percorso una distanza di circa 15 chilometri a piedi.
Paolo aveva detto agli amici di voler andare in Val Grande anche per rendere omaggio a Gianfry, l’autista di Sesto Calende che aveva scelto di abbandonare la società per vivere come eremita in Val Grande. L’avvistamento in Toscana porta l’immaginazione a un altro eremita, di nome Carlos. In questo caso si tratta di un medico psichiatra che a 26 anni ha deciso di lasciare la Spagna e la sua professione per vivere come «un buon selvaggio» in Maremma. I parenti lo hanno creduto morto per 20 anni, scoprendo che Carlos era vivo solo quando una persona è riuscita a scovarlo e a dare l’allarme. Paolo studiava filosofia, quindi sicuramente conosceva il mito del buon selvaggio. Che fosse partito per la Val Grande con quella ispirazione? L’amico Nikita, il ragazzo russo che Paolo aveva conosciuto in Norvegia e che stimava in quanto «gran viaggiatore», pensa che: «Paolo forse sentiva il bisogno di stare solo, lontano dalla città».
A tutto questo si aggiunge un mistero. Il profilo Facebook di Paolo, dal 9 febbraio in avanti, ogni tanto viene visualizzato «attivo». Qualcuno si è forse impossessato del suo cellulare, ne ha tolto la scheda, e lo usa per collegarsi a internet entrando nel suo profilo Facebook? Oppure è Paolo che vi si collega? La famiglia di Paolo ieri ha rinnovato l’appello alla Magistratura di fare in fretta a fare luce su questi punti. «Temiamo che Paolo possa essere in una condizione di incoscienza» afferma la madre, , che chiede al figlio, anche davanti alle telecamere del Tg3 e di Mediaset, di tornare a casa, «perché siamo disperati».
Presto anche “Chi l’ha visto?” divulgherà l’appello per trovare Paolo, che potrebbe essere ovunque. Ovviamente, non si può escludere neppure che si trovi ancora in Val Grande. «L’altro giorno, nel nostro giro di allenamento, abbiamo percorso parte della val Pobbiè e della val Marona, un tratto del fiume sotto il ponte di Borlino senza notare alcuna traccia o particolari di traccia – racconta un escursionista – Tengo informare che la bassa Val Grande adesso è molto severa e pericolosa è tutto ghiacciato e scivoloso e le temperature notturne sono molto sotto lo zero e tutto ciò che è umido è ghiacciato. Chiunque volesse intraprendere ricerche di Paolo in valle stia molto attento».