Un panorama desolante dopo una notte da tragedia. Cinque auto bruciate, una (quella del segretario comunale Vittorio Carrara) risparmiata solo in parte e per puro caso, acqua e fuliggine ovunque. Si presentava così alle luci dell’alba il parcheggio al piano superiore del Municipio di piazza della Repubblica, teatro di un episodio che a Saronno non ha precedenti. Le fiamme hanno lambito e toccato, danneggiandola seriamente, anche la cupola centrale in plexiglass.
Il telefono del sindaco, Alessandro Fagioli, ha squillato in piena notte, attorno alle due. «Mi hanno avvisato che c’era un incendio sul tetto del Comune, mi sono precipitato lì immediatamente» racconta il primo cittadino. C’è voluto poco per capire che non si trattava di un corto circuito, ma di un vero e proprio atto premeditato. Cinque auto in fiamme, la sesta, quella del segretario comunale, lambita ma non colpita dal fuoco, che i responsabili non hanno fatto in tempo ad appiccare per darsi alla precipitosa fuga.
Perché di fuga si è trattato, come confermano le telecamere di videosorveglianza piazzate nella zona. Tre gli uomini in azione, un piano evidentemente studiato nei minimi particolari: un colpo con un martelletto per rompere il finestrino, la benzina all’interno delle auto e un innesco per far partire l’incendio. Il tutto ripetuto per sei volte, prima di scappare. Alcuni cittadini hanno visto le fiamme e hanno chiamato il 118. Per fortuna i vigili del fuoco sono intervenuti in tempo, domando le fiamme prima che si propagassero all’edificio.
«Dopo che ci siamo resi conto dell’accaduto – spiega ancora Fagioli – non ci siamo persi d’animo. Fatta la conta dei danni e stabilito che non ci fossero pericoli, abbiamo fatto in modo che l’attività comunale non si interrompesse neanche per un’ora. La mattina gli uffici sono stati regolarmente aperti; solo il parcheggio a terra era disponibile parzialmente perché una parte l’abbiamo ovviamente destinata ai dipendenti. Non ci sono stati disguidi».
Quindi, la conta dei danni: distrutte quattro Fiat Panda e due Fiat Punto di servizio, ma anche parte della copertura in plexiglass che in poche ore è stata provvisoriamente sistemata visto l’imminente pericolo di pioggia. Difficile fare una stima, ma si potrebbero sfiorare i centomila euro di danni. La matrice? «Al momento non possiamo azzardare alcuna ipotesi, ci sono indagini in corso coordinate da Carabinieri e Prefettura – commenta Fagioli – . Ci sono le immagini delle telecamere che confermano l’azione
di tre persone dal volto coperto e la dinamica dei fatti, con la fuga precipitosa di questi soggetti. Non è opera di vandali ma un gesto premeditato, studiato a tavolino. Chi è stato? Potremmo fare delle ipotesi, ma mi riservo di saperne di più nei prossimi giorni, dopo che si saranno studiate nei minimi dettagli le immagini delle telecamere e i primi risultati delle indagini. Cosa ho provato? Sembrava di essere a Baghdad al tempo di Saddam Hussein e di Desert Storm, con le macchine che bruciavano e scoppiavano, fuoco dappertutto. Spero che i colpevoli di questo atto che non esito a paragonare a quelli di terrorismo vengano individuati al più presto».