Sopralluogo del sindacato questa mattina nella zona dell’incendio, che nella notte tra mercoledì e giovedì ha mandato in fumo un capannone adibito a carpenteria metallica, all’interno dello stabilimento Colacem di Caravate. La zona è stata momentaneamente dichiarata inagibile dal Comune per motivi di sicurezza, ma la produzione non ha subito alcun intoppo. «La situazione è totalmente sotto controllo ed il danno contenuto – spiega Flavio Nossa, segretario provinciale Fillea Cgil – ovviamente chiederemo di approfondire le cause che hanno scatenato l’incendio e chiederemo un incontro con il responsabile della sicurezza per capire meglio cosa sia successo».
La causa dello sprigionarsi delle fiamme pare essere proprio una piccola stufa malfunzionante, posta in un ufficio utilizzato come spogliatoio dal personale, che si è surriscaldata, prendendo poi fuoco. Il tempestivo intervento dei dipendenti addetti al servizio notturno e poi quello dei vigili del fuoco ha impedito che l’incendio potesse avere conseguenze ben peggiori. I danni che non sono ancora stati quantificati, riguardano i macchinari contenuti all’interno del capannone distrutto, come saldatrici e altri utensili di carpenteria. «In azienda c’era stato un controllo sulla sicurezza solo qualche giorno fa – ricorda Nossa – c’è molta attenzione su questi aspetti». Più che di eventuali negligenze, si sarebbe trattato di una fatalità che per fortuna non ha avuto conseguenze serie. Il lavoro in Colacem non si è interrotto neppure per un minuto, in un’azienda dove, nonostante il perdurare della crisi dell’edilizia, gli ordinativi non mancano per fortuna. Nemmeno l’incendio è riuscito a scalfire il buon andamento della ditta. «In generale, a livello nazionale, a causa della crisi, i cementifici lavorano al 50% delle loro capacità – sottolinea l’esponente della Cgil – mentre lo stabilimento di Caravate produce a pieno ritmo come anche quello della Holcim di Ternate perchè c’è stata molta attenzione all’innovazione tecnologica ed al risparmio di energia».
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