Incendio allo stadio Speroni, Pro Patria Museum chiuso da luglio: l’associazione chiede chiarezza

Il sodalizio che custodisce i cimeli della storia biancoblù sollecita "una comunicazione sulle tempistiche, e in particolare auspica che si possa arrivare a uno sblocco dei locali, oppure a una soluzione alternativa"

BUSTO ARSIZIO – Un’incendio che ha ferito la storia del club e della città di Busto. Le fiamme che il 31 luglio scorso hanno invaso i locali dello stadio “Speroni” hanno costretto alla chiusura il Pro Patria Museum privando tifosi e appassionati di un punto di riferimento della trazione biancoblù.

Il direttivo dell’Associazione che cura il museo in questi giorni è tornata a chiedere chiarezza al club Aurora Pro Patria e all’amministrazione comunale bustocca. Il comunicato ufficiale sollecita “una comunicazione sulle tempistiche, e in particolare auspica che si possa arrivare a uno sblocco dei locali, oppure a una soluzione alternativa che permetta di fare tornare “vivo” il Pro Patria Museum”.

La ricostruzione dell’associazione è questa: “I cimeli si sono anneriti ed è stato necessario prelevarli dai locali per sanificarli  e ripulirli; i costi di queste operazioni sono state totalmente a carico dell’Associazione Pro Patria Museum che ha anche provveduto a spostarli in un posto sicuro. I nostri ringraziamenti vanno a chi ci ha aiutato e supportato in quelle giornate e ci ha concesso i locali per il deposito di tutto il materiale”.

“L’Associazione – prosegue la nota – attende che i locali del Museum vengano a loro volta ripuliti e sanificati, ma ad oggi, 21 ottobre 2024, non è ancora pervenuta alcuna comunicazione a tal riguardo e  il Pro Patria Museum non è ancora riuscito a tornare nella sua sede, impedendo ai tifosi e agli appassionati di visitarlo”.

Le tempistiche della vicenda e i modi con cui anche i vertici federali la stanno gestendo hanno suscitato i malumori del sodalizio che denuncia: “In data 28 settembre 2024 era presente allo stadio Matteo Marani che, oltre a essere presidente della Lega Pro, è anche presidente della Federazione Italiana Musei del Calcio della FICG, della quale il Pro Patria Museum fa parte e con nostro rammarico non ha potuto avere l’occasione di visitarlo, anche se, della sua visita, ne siamo venuti a conoscenza solamente sugli articoli degli organi di informazione che commentavano la partita alla quale ha assistito”.