Incidente sfiorato all’ippodromo L’ippica di Varese nella bufera

VARESE Tensione all’ippodromo nella serata tra martedì e mercoledì. La terza corsa è stata interrotta perché le gabbie di partenza non erano state spostate dalla pista. Colpa di un errore umano.
A pochi secondi dalla partenza, i commissari si sono accorti della presenza dell’ostacolo e hanno fatto partire la sirena d’emergenza. I fantini hanno tirato le redini e i cavalli hanno cominciato a rallentare, seppure lentamente: per arrestare un purosangue lanciato al galoppo alla velocità

di 60 chilometri all’ora serve uno spazio di circa 200 metri. Le gabbie, fortunatamente, sono state evitate, ma con grandissimo spavento. Terrorizzati i fantini, che si sono rifiutati di ripetere la corsa alla fine della serata così come era stato loro proposto e hanno abbandonato l’ippodromo. Deluso il pubblico, che si è messo a urlare dagli spalti.
L’accaduto corona un clima di tensione che si trascina da mesi e che vede contrapposti Guido Borghi, patron della Società varesina incremento corse cavalli, allenatori e operatori ippici.
Il primo alle prese con i tagli del settore e con la necessità di riorganizzare l’ippodromo per non doverlo chiudere. Gli operatori con lo sfratto che impone loro di lasciare le scuderie di via Galdino senza un’alternativa – il centro Calstelverde di Caravate – che trovi il loro favore. Il malcontento si è inasprito: a causa della gabbia lasciata sul tracciato, i fantini ieri non si sono resi disponibili per le gare di venerdì.
Nelle stesse ore è arrivata la decisione – presa dalla Società varesina e dall’ente tecnico che ha sostituito l’Unire – di rinviare le gare del 31 agosto ad altra data.
«Borghi se ne deve andare – commenta l’allenatore Emilio Premoli – “Sapore Forte”, il mio cavallo, è riuscito a schivare la gabbia passando a filo delle staccionate. Un ostacolo di quel tipo sulla pista del galoppo avrebbe potuto causare un grande incidente. Errore umano? Per me è un segno del malfunzionamento dell’impianto che si somma al degrado e alla carenza di illuminazione e di manutenzione».
Borghi si è preso la responsabilità dell’accaduto e ha scritto una lettera scusandosi con i varesini: «Mi assumo le responsabilità legate al malfunzionamento delle gabbie e anche all’assenza del trattorista alla partenza. Me ne assumo le responsabilità perché non voglio credere alle mosche velenose che mi ronzano intorno pettegolando che dietro a quanto avvenuto nelle ultime serate ci sia un complotto legato al trasferimento delle scuderie a Caravate. Da parte mia e di tutti i collaboratori esiste la volontà di far tornare questo sport ai grandi fulgori del passato».

s.bartolini

© riproduzione riservata