CARAVATE La trattativa va avanti anche se faticosamente, ma l’accordo tra azienda e sindacati è ancora molto lontano. Il tavolo convocato ieri pomeriggio nella sede varesina dell’Univa è durato quasi cinque ore, ma tra Inda e i rappresentanti dei lavoratori l’accordo non è stato trovato, se non sulle linee di principio.
La distanza siderale tra l’azienda, rappresentata ieri anche dal direttore generale Emilio Dellepiane, oltre che dal capo del personale Paolo Colombo, si registra soprattutto sulla buonauscita da accordare ai dipendenti. Questa mattina nello stabilimento di Caravate si terrà l’assemblea dei lavoratori, che non hanno nessuna intenzione di mollare, per decidere su come continuare la trattativa e quali forme di lotta e protesta intraprendere. Azienda e sindacati torneranno ad incontrarsi, sempre nella sede di Univa, mercoledì prossimo.
Venerdì invece l’assessore provinciale al lavoro Alessandro Fagioli ha convocato un tavolo a Villa Recalcati. “In quella sede chiederemo che la Provincia si impegni sulle politiche attive, ma il tavolo delle trattative è quello in Univa con Inda, non ne esistono altri” precisa Giuseppe Marasco (Fim Cisl). L’esito della riunione protrattasi fino a tarda sera non soddisfa per niente i rappresentanti sindacali. “Rimaniamo al tavolo – dichiara Umberto Bicelli (Fiom Cgil) – ma è vergognoso che l’azienda ricopra di soldi i dirigenti che se ne vanno e riservi ai lavoratori soltanto l’elemosina; è una situazione umiliante inaccettabile che provoca amarezza e rabbia”. Al termine del tavolo, i sindacati hanno diramato una nota ufficiale, firmata dalle Rsu e dai dirigenti Marasco per la Fim e Francesca De Musso per la Fiom.
“Il direttore generale attraverso grafici e tabelle ci ha mostrato la gravità della situazione di Inda – afferma il comunicato sindacale – la trattativa va avanti anche se con molte difficoltà e piccoli passi”. I sindacati “accolgono positivamente alcuni punti di apertura dell’azienda ma la distanza è ancora grande”. Il colore della fumata insomma sembra essere ancora il grigio. In Regione intanto si comincerà a parlare di cassa integrazione straordinaria il prossimo 8 novembre, mentre il 14 lo stabilimento caravatese chiuderà i battenti; i lavoratori licenziati dovrebbe essere un’ottantina, mentre gli altri dei 230 dipendenti saranno trasferiti in altre sedi.
“Entro quella data l’accordo andrà trovato” sottolinea Marasco, che al pari della De Musso si dice ancora “altamente insoddisfatto” degli esiti della riunione. La parola questa mattina torna ai lavoratori di Caravate.
Matteo Fontana
f.tonghini
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