Induno, abusi su un ragazzo A giudizio un quarantenne

INDUNO OLONA Una brutta storia di abusi nata tra le mura di un oratorio, ovvero quel luogo che maggiormente dovrebbe rassicurare i genitori sulla cura dei propri figli quando escono dalla loro visuale. E invece è proprio all’ombra del campanile che nasce una vicenda – anche se poi si consuma da tutt’altra parte – per la quale ieri mattina un quarantenne di Induno, molto attivo in una delle due parrocchie del paese, è stato rinviato a giudizio in tribunale a Varese con l’accusa di violenza sessuale su minore.

I fatti risalgono ancora a fine 2007: ma si sono scoperti solo alcuni mesi dopo, e in virtù di una segnalazione al tribunale dei minori da parte dei docenti della scuola frequentata dal ragazzino vittima dell’abuso. Dopo quell’episodio infatti per lungo tempo si rifiutò di tornare a scuola, ed è stato solo grazie alla caparbietà degli insegnanti, che lo hanno convocato per chiedergli come mai volesse lasciare gli studi, che la vicenda è emersa. Senza fare il nome del suo aguzzino in quella sede, il giovane si sfogò con un prof. Giustamente la scuola a poi segnalato il fatto all’autorità giudiziaria, che ha fatto partire i primi accertamenti.

Le indagini hanno raccolto elementi che la procura (in udienza ieri il pm Massimo Baraldo), ha ritenuto utile per chiedere il rinvio a giudizio dell’uomo: richiesta che è stata accolta da parte del giudice Cristina Marzagalli. Tra gli elementi a suo carico, oltre alle dichiarazioni del ragazzino, una serie di oggetti e filmati molto espliciti sequestrati nell’abitazione dell’uomo. Ma non tali da far scattare l’arresto. E peraltro il suo impegno in parrocchia prosegua tuttora. «Perché, a dispetto di quanto afferma l’accusa, non vi sono elementi a carico suo, se non la parola di chi lo accusa» ribatte il suo difensore, avvocato Fulvio Dagnoni.

Tutta la storia necessita ovviamente di approfondimenti. Peraltro sarà solo di fronte ai giudici che dovrà essere dimostrata la sua colpevolezza o, nel caso contrario, pronunciata la sua totale estraneità ai fatti. Ma al momento resta il rinvio a giudizio per un’accusa pesantissima, basata sulle parole del giovane, costituitosi parte civile con l’avvocato bustocco Miriam Rossi.

Ma il racconto della vittima è davvero agghiacciante, perché l’abuso sarebbe avvenuto approfittando non solamente della sua inferiorità nei confronti della figura di quasi educatore all’interno della parrocchia, ma anche dello stato alterato dall’assunzione di alcolici da parte del ragazzino. Secondo quanto da lui ricostruito, l’uomo lo avrebbe invitato a casa sua, e qui gli avrebbe fatto bere dei superalcolici, che in breve tempo gli hanno fatto venir meno qualsiasi difesa.

 

f.tonghini

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