Induno, una campagna per salvare la “pensilina” del Moretti: “Simbolo di sviluppo industriale”

La lanciano intellettuali, professori e architetti, per salvare l’opera progettata dall’architetto Luigi Moretti, tra i più grandi del Novecento (foto dalla nota)

INDUNO OLONA – Tecnicamente, si chiama “pensilina”. Ma è molto più di questa, perché in realtà è una traccia antropologica e un simbolo di sviluppo industriale. Ora un gruppo di architetti e professori lanciano una raccolta di fondi per la pensilina d’ingresso all’ex stabilimento S.A.P, Società Anonima Pellami, a Induno Olona.

A scriverlo, in una lettera al nostro giornale, sono gli stessi professionisti autori dell’iniziativa, il professore Manuel Orazi di Macerata, l’architetto Sophie Marie Piccoli di Induno, l’architetto Matteo Soldati di Losanna, l’architetto Elena Brusa Pasquè, presidentessa dell’Ordine degli Architetti di Varese, il consigliere dell’Ordine, architetto Enzo Cantoni, l’architetto Marco Cavallin di Induno, l’architetto Allegra Morpurgo di Losanna, il professore Muck Petzet dell’Accademia di architettura di Mendrisio, la professoressa Cecilia Rostagni di Padova.

“Con la presente vorremo portare alla Sua attenzione lo stato di abbandono e degrado in cui attualmente verte la pensilina d’ingresso all’ex stabilimento S.A.P, Società Anonima Pellami, localizzata a Induno Olona. Il progetto è stato realizzato nel 1956 da Luigi Moretti, architetto tra i più significativi del Novecento italiano, distintosi a suo tempo per il suo stile originale e dinamico esteso principalmente nelle città di Roma e Milano”.

Un’immagine storica

La pensilina nasce storicamente come elemento totemico di segnalazione tangibile della presenza di un corpo fabbrica di grande rilevanza. Realizzata interamente in cemento armato, e sorretta due pilastri sagomati, la pensilina fogliforme ha dimensioni di circa 48m di lunghezza e 20m di larghezza. Il materiale grafico e le diapositive storiche in allegato evidenziano come in origine vi fossero collocati sotto i pilastri alcuni volumi liberi dalla struttura portante, nei quali si svolgevano i servizi di portineria e controllo del passaggio verso il corpo fabbrica, anch’esso attualmente in stato di abbandono”.

“Attraversando via Jamoretti appare evidente lo stato di conservazione dell’area: la folta vegetazione spontanea sommerge l’area rendendo inaccessibile e invisibile la pensilina. Di grande semplicità ed eleganza, la pensilina non solo costituisce un potenziale landmark su scala locale, poiché testimonia lo sviluppo industriale localizzato attorno al fiume Olona, ma rappresenta inoltre un elemento estremamente peculiare, nel quale il genio di Moretti si manifesta nella sua unica opera varesina”.

“L’importanza di Luigi Moretti nel palinsesto architettonico italiano è testimoniata da numerose pubblicazioni ed esposizioni che lo consacrano come figura di eccezionale rilievo, primo fra tutti, il Museo MAXXI di Roma, il quale nel 2010 ha inaugurato il suo programma di mostre con una retrospettiva monografica a lui dedicata. La presenza del progetto nel territorio della provincia di Varese potrebbe venire quindi proposta al pubblico come l’occasione di riscoperta del patrimonio locale industriale e nello specifico di una gemma architettonica lungamente dimenticata. Pertanto, risulta di fondamentale importanza l’adozione di tempestive misure di cautela e ripristino al fine di perversarne l’integrità”.

“Al fine di creare uno spazio di dialogo e confronto con i diversi enti stiamo organizzando una tavola rotonda che si terrà in settembre, in collaborazione con l’ordine degli architetti di Varese. Per poter sostenere le spese, è stata da noi aperta una raccolta fondi che possa permettere all’evento di avere più ospiti e un’eco maggiore”.

Questo è il link per contribuire alla campagna.