Inflazione mai così bassa in Eurozona, a luglio scivola a -0,7%


Bruxelles, 14 ago. (Apcom)
– L’inflazione nella zona euro non è mai stata così bassa dalla creazione della moneta unica: a luglio i prezzi sono diminuiti dello 0,7%, secondo quanto reso noto da Eurostat, che ha rivisto la sua prima stima che indicava un -0,6%. “Il calo è dovuto ad un forte effetto dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari”, ha sottolineato un portavoce della Commissione europea, Ton Van Lierop, mettendo in evidenza come l’inflazione core, al netto di questi due elementi, sia dell’1,2%.

I prezzi di Eurolandia erano già scivolati in zona rossa a
giugno, a -0,1%. Un anno fa il tasso d’inflazione era al 4% e da
allora è in corso un calo dovuto alla diminuzione del prezzo del
petrolio. Seppur negativo, il dato attuale non preoccupa gli
economisti e le istituzioni internazionali, i quali non
percepiscono rischi di deflazione. Per Cédrci Thellier, di
Natixis, l’inflazione ha già “raggiunto il suo punto più basso”,
anche se “dovrebbe restare negativa fino ad ottobre”.

La Banca centrale europea, guardiana della stabilità dei prezzi nella zona euro, esclude che per ora ci sia una deflazione, ossia un calo duraturo e generalizzato dei prezzi, nocivo per l’economia in quanto spinge consumatori e imprese a ritardare i loro acquisti e investimenti. Il capo economista della Bce, Jurgen Stark, in un’intervista ha dichiarato che i rischi di deflazione sono “molto limitati” e ha aggiunto che il tasso direttore della Bce, attualmente all’1%, è “appropriato”.

La Bce punta su un’inflazione dello 0,3% per quest’anno e dell’1% per l’anno prossimo, secondo le ultime previsioni. Rispetto a giugno, i prezzi al consumo nella zona euro sono ugualmente scesi dello 0,7% a luglio. Nell’insieme dell’Unione europea, sono aumentati dello 0,2% rispetto all’anno passato, ma sono scesi dello 0,5% rispetto al mese precedente. I tassi più bassi sono stati registrati in Irlanda (-2,6%), in Belgio (-1,7%), e in Lussemburgo (-1,5%9, mentre i più alti sono stati quelli della Romania (+5%), dell’Ungheria (+4,9%) e della Polonia (+4,5%).

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