L’influenza diffusa in tutta Italia, unita al maltempo che ha colpito gran parte del Paese, ha messo ko un gran numero di donatori del sangue, portando ad un’emergenza sangue diffusa. Si registrano, infatti, carenze in nove Regioni, con trasfusioni a rischio ed il rinvio delle operazioni non urgenti per non rendere il problema ancora più complicato.
«I dati nazionali indicano che ci sono 9 Regioni in difficoltà anche perché colpite dal maltempo in modo significativo. La bacheca virtuale SISTAR (Sistema Statistico Regionale), ieri indicava una carenza complessiva in tutta Italia di 2600 unità, che, a fronte di una raccolta annua di 2.600.000 unità, è un dato che ci preoccupa e vorremmo trovare dei correttivi perché la cosa non si amplifichi» spiega Vincenzo Saturni, presidente nazionale di Avis e dirigente medico presso il servizio di Immunoematologia e trasfusione dell’Ospedale di Varese.
Questa la situazione a livello nazionale, mentre si diffondono gli appelli, anche sui social network, sia dell’Avis sia dei presidenti delle Regioni interessate. Tra queste anche la Lombardia, che di solito può contare su circa 270mila donatori. L’Areu, l’azienda regionale dell’emergenza che coordina il 118 e il sistema delle donazioni, ha invitato gli ospedali a usare “con prudenza” le scorte e a rinviare gli interventi non urgenti, in modo da non consumare i pochi rifornimenti rimasti.
«Per quanto riguarda la provincia di Varese – continua Saturni – c’è stata una flessione dei dati dell’anno scorso legata soprattutto al problema dell’influenza, più che del maltempo. Però la situazione è abbastanza sotto controllo grazie al fatto che come associazione siamo impegnati nella chiamata periodica dei donatori nei centri trasfusionali e per quanto riguarda Gallarate anche all’unità di raccolta dell’Avis, in modo tale che si riesca a rispondere a questa esigenza».
L’appello di Saturni è quello di «rispondere alle chiamate che Avis fa quotidianamente per andare a donare. Chi non è ancora donatore, magari sensibilizzato dal momento particolare, può cogliere lo stimolo per diventarlo».
Che cosa serve per diventarlo? «Avere più di 18 anni e meno di 60, pesare più di 50 chili e godere di buona salute per accedere agli esami che ne certificheranno l’idoneità».
Parlando di numeri, ogni giorno, in Italia, vengono curati dal punto di vista trasfusionale più di 1700 pazienti trasfondendo più di 8600 emocomponenti: «Adesso c’è questa situazione – sottolinea Saturni – ma il bisogno di sangue c’è tutto l’anno».
Riguardo, invece, al rinvio degli interventi non urgenti, naturalmente quelli che necessitano di trasfusione, Saturni chiarisce: «Si tratta di una strategia a cui si ricorre come ultima ratio per contenere i consumi e si farà un po’ dappertutto, è la Lombardia è compresa».
Intanto a Milano, al Policlinico ed al San Raffaele, sono stati gli stessi chirurghi a rimboccarsi letteralmente le maniche per donare il sangue ed all’invito ai circa 3mila studenti di Medicina dell’Università Vita-Salute del San Raffaele si sono presentati in poco tempo in 1500 per l’esame di idoneità alla donazione.