Bruxelles, 8 ott. (Apcom) – Il Parlamento europeo terrà oggi a
Bruxelles, come previsto, un dibattito in plenaria “sulla libertà di stampa in Italia”. Ma il fulcro dell’interesse si è spostato: la risoluzione che l’Assemblea voterà a Strasburgo il 21 ottobre avrà probabilmente un altro titolo e un altro segno, perché chiederà nuove regole europee sulla concentrazione dei media e sul pluralismo nell’informazione, piuttosto che concentrarsi solo sulla denuncia della cosiddetta ‘anomalia’ italiana.
Ieri è stato bocciato dalla maggioranza dell’Assemblea il
tentativo del Partito Popolare (Ppe) di togliere questo tema
dall’ordine del giorno del dibattito in Aula . Ma nella
convulsa giornata in cui si sono succedute diverse conferenze
stampa, è cambiata chiaramente la natura del dibattito. Il tema, in origine troppo angustamente nazionale e politicamente connotato, si è allargato progressivamente, sottolineando la necessità di arrivare a un quadro di norme comuni, con una direttiva europea che garantisca il rispetto della libertà di stampa, il pluralismo dell’informazione, e ponga
limiti ‘europei’ alla concentrazione dei media.
Allo stesso tempo, almeno secondo il leader dell’Italia dei
valori Antonio Di Pietro, presente per l’occasione a Bruxelles,
la nuova direttiva dovrebbe stabilire anche delle regole per
scongiurare eventuali conflitti d’interessi come quello esistente in Italia fra il potere politico e quello mediatico. ovvero situazioni in cui “il capo del governo è anche proprietario di giornali e delle maggiori testate Tv, e allo stesso tempo è anche controllore e gestore del sistema d’informazione pubblico”.
Su questa linea si sono ritrovati alla fine, nelle diverse conferenze stampa dei capigruppo, il verde Daniel Cohn-Bendit, il liberaldemocratico Guy Verhofstadt (nel cui gruppo militano gli eurodeputati dell’Idv), il socialista Martin Schulz, e anche – con alcuni importanti distinguo – il popolare Joseph Daul, che ha denunciato, d’altra parte, il tentativo del centro sinistra di strumentalizzare il Parlamento europeo per una “resa dei conti politica nazionale”.
Con tutta probabilità, la necessità della direttiva Ue sarà “al
cuore del dibattito” di domani, come ha detto il capodelegazione
del Pd David Sassoli, e verrà chiesta dall’Aula alla Commissione
europea con la risoluzione che verrà votata il 21 ottobre a
Strasburgo.
Loc-Aqu
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