CUASSO AL MONTE C’è un ingegnere frontaliere, con i suoi colleghi, nell’inferno dell’area algerina scossa dal terrorismo di matrice islamica. Perché a una cinquantina di chilometri dal sito petrolifero di In Amenas, dove oggi si è concluso in un bagno di sangue il blitz delle forze di sicurezza algerine nel tentativo di liberare le decine di ostaggi sequestrati, opera Luca Pioppi.
Ingegnere frontaliere, 41 anni, dipendente dell’azienda Turbomach di Riazzino e residente a Cuasso al Monte,
è infatti impiegato attualmente in un importante cantiere di Power Generation della Sonelgas nella regione di Illizi, altro centro estrattivo dell’area. Con lui ci sono i colleghi. Un gruppo di tecnici e ingegneri ticinesi e italiani. Tutti trasferiti d’urgenza all’interno di un campo base militarizzato, sempre nella zona di Illizi e sotto scorta armata.
Effetto dell’escalation militare in Mali che ha fatto precipitare la stabilità anche di un importante area dell’Algeria dove operano forze di matrice terroristica e dove sono centinaia gli stranieri impegnati nei vari campi petroliferi o nei siti estrattivi del gas. «Sono ore concitate – racconta da Cuasso, la moglie Maria – mio marito si trova sotto scorta in una sorta di campo alloggio. Spero che si attivi in fretta l’unità di crisi per un rientro sicuro e rapido. Il più rapido possibile». Dal canto suo l’azienda di Riazzino, del gruppo Caterpillar ha fatto sapere alla Rsi di «essere impegnato nella pianificazione dello spostamento dei propri dipendenti in una zona ancora più protetta per poi proseguire con il rimpatrio». «Nell’area – aggiunge la moglie del frontaliere varesotto – mio marito mi ha detto che c’è esercito ovunque. I blindati proteggono l’ingresso del campo. E la polizia all’interno. Per lui questa sarà un’altra notte in bianco». A. Pag.
s.bartolini
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