Insieme all’estate arriva la cistite

In Italia 9 milioni di persone soffrono di questa fastidiosa infezione. Il 30% è di sesso femminile

In estate aumentano anche le possibilità di contrarre infezioni alle vie urinarie.
Tra le malattie che possono interessare la vescica, la cistite è quella più diffusa, specialmente tra le donne: in Italia sono 9 milioni le persone che ogni anno sono affette da questa patologia e di queste il 25-30% è rappresentato dalla popolazione femminile adulta. Tuttavia nessuno può dirsi immune, nemmeno i bambini, soprattutto quelli al di sotto dei due anni per i quali il pannolino rappresenta un terreno fertile per i batteri.


Nell’80% dei casi si tratta di cistite batterica (Escherichia Coli) che si caratterizza per l’aumento del numero di batteri che normalmente sono presenti nel nostro intestino e che riescono, attraverso l’apertura anale, a raggiungere e infettare uretra e vescica. Da qui scaturiscono i diversi sintomi che contraddistinguono la cistite come il dolore all’uretra durante la minzione.
Ma come mai nel periodo estivo il rischio di contrarre questa infezione aumenta?
Il caldo e la sudorazione sono le principali cause che favoriscono l’insorgenza della cistite. Se da un lato l’alta temperatura indebolisce le nostre difese immunitarie, l’aumento della sudorazione provoca disidratazione e una maggiore concentrazione delle urine che vanno ad irritare le mucose. La sabbia e l’acqua rappresentano anch’esse un potenziale pericolo per le nostre vie urinarie in quanto ricettacoli di germi. Senza considerare che la salsedine può indebolire le difese della mucosa vaginale e che il costume bagnato spesso facilita la diffusione dei batteri. Accanto a questi fattori, una cattiva igiene intima e una detersione scorretta sia nell’adulto che nel bambino, l’abitudine di trattenere le urine a lungo, l’uso eccessivo di detergenti aggressivi e di salvaslip che trattengono umidità e non lasciano traspirare sono solo alcune delle cattive abitudini che aumentano il rischio di favorire la cistite.
«Le infezioni vaginali, i rapporti sessuali, la stitichezza che è molto più diffusa nelle donne e soprattutto l’abitudine a bere poco e trattenere la pipì sono tutti elementi che possono favorire la comparsa di cistite — spiegano dal reparto di Urologia di Varese —. Proprio per questo motivo l’acqua è la prima alleata durante un episodio acuto e per prevenirne altri: bere e urinare molto aiuta infatti a drenare i microrganismi. Altrettanto importante è una buona igiene intima, che però deve evitare il ricorso a detergenti aggressivi, che possano alterare la microflora batterica vaginale». Queste precauzioni possono aiutare anche a scongiurare una recidiva, ovvero la ricomparsa della cistite, di solito perché l’infezione non è stata curata a sufficienza o era particolarmente forte.
Prevenzione rimane dunque la parola chiave per evitare l’insorgenza e la cronicizzazione di patologie alle vie urinarie. Gli specialisti suggeriscono semplici accorgimenti: bere almeno 2 litri d’acqua al giorno, curare l’igiene personale detergendosi con creme o gel a base di acido ialuronico, assumere probiotici in grado di garantire una buona funzione intestinale, lavarsi bene e asciugarsi dopo bagni in mare e in piscina. Accorgimenti indispensabili soprattutto per le donne che vanno incontro a cistiti ricorrenti, ovvero soffrono di più di tre episodi all’anno o di due entro sei mesi: in questi casi il medico di base non basta più ed è opportuno rivolgersi a un urologo o a un uroginecologo che oltre alla visita procederà a un’urinocoltura per identificare con precisione i germi responsabili.