VARESE – Aula Magna gremita per l’inaugurazione del ventisettesimo anno accademico dell’Università degli Studi dell’Insubria che si è tenuta a Varese, la prima del sessennio della Magnifica Rettrice Maria Pierro, in carica dallo scorso novembre con il prorettore vicario Umberto Piarulli. A renderle omaggio anche 13 rettori, rettrici e prorettori di altri atenei italiani, che hanno preso parte al corteo togato avvalorando il posizionamento dell’Insubria nel contesto nazionale. E in prima fila le autorità, i politici, le istituzioni del territorio, che è centrale nella visione della Rettrice: «L’Insubria deve vivere nelle città di Varese, Como e Busto Arsizio con i suoi studenti e i suoi docenti», come ha detto nel suo discorso e come è stato sottolineato nel video di lancio dell’open day del 29 marzo, «Insubria per te», un gesto d’amore per le tre città che compaiono nella loro bellezza, attraversate da due studenti in bicicletta.
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I “magnifici” e le “magnifiche” che hanno sfilato e poi seguito la cerimonia sul palco, tradizionalmente disposti secondo l’anno di nascita istituzionale, a partire dal più giovane, sono: Luigi Maria Terracciano della Humanitas University; Riccardo Pietrabissa dell’Istituto Universitario di Studi superiori di Pavia; Anna Gervasoni dell’Università Carlo Cattaneo, Liuc; Francesco Castelli dell’Università degli Studi di Brescia; Valentina Garavaglia dell’Università Iulm; Sergio Cavalieri dell’Università degli Studi di Bergamo; Marina Brambilla dell’Università degli Studi di Milano; Francesco Svelto dell’Università degli Studi di Pavia. E inoltre: Gonzalo Monzon, delegato del rettore dell’Università degli Studi Europea; Maurizio Casiraghi, prorettore dell’Università degli Studi di Milano Bicocca; Anna Maria Fellegara, prorettrice Vicario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Antonella Carù, prorettrice dell’Università Bocconi; Marina Brogi, delegata della rettrice dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma.
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In toga tra il pubblico dell’inaugurazione i delegati e le delegate della rettrice e docenti di tutti i dipartimenti dell’Insubria. Sul palco i direttori e le direttrici insubrici: Giulio Carcano del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica; Paola Biavaschi del Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio; Luigina Guasti del Dipartimento di Medicina e chirurgia; Flavia Marinelli del Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita; Francesca Ruggieri del Dipartimento di Diritto, economia e culture; Andrea Uselli del Dipartimento di Economia; Michela Prest del Dipartimento di Scienza e alta tecnologia; Alberto Coen Porisini del Dipartimento di Scienze teoriche e applicate; Francesca Rovera, presidente della Scuola di Medicina.
La cerimonia ha preso il via nel segno della tradizione: dopo che il mazziere ha deposto la mazza, a tutela e difesa dell’istituzione,simbolo che rappresenta la capacità di una leadership di strutturare reti di sostegno politico, il Chorus Insubriae diretto da Pietro Colnago ha cantato l’Inno di Mameli e l’Inno Europeo.
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Sono intervenuti per i saluti istituzionali: Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato della Repubblica; Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia; Alessandro Fermi, assessore della Regione Lombardia a Università, ricerca e innovazione; Davide Galimberti, sindaco di Varese; Alessandro Rapinese, sindaco di Como; Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese; Fiorenzo Bongiasca, presidente della Provincia di Como.
Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato della Repubblica: «L’inaugurazione di questo anno accademico celebra l’impegno, la crescita e le ambizioni di un ateneo giovane, dinamico, con uno sguardo sempre più internazionale, che ha saputo costruire un’identità forte, un punto di riferimento per il territorio e un ponte verso il mondo.L’università rappresenta non solo una importante tappa nel percorso educativo, ma anche un’opportunità preziosa per riflettere sul significatodel sapere, del ruolo cruciale che le università rivestono nelle nostre società, che non è solo un luogo in cui si acquisiscono nozioni, ma un laboratorio di idee, un crocevia di esperienze, culture, dove si poggiano le menti del futuro».
Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia: «Questo ateneo è un autentico luogo di dialogo e formazione, in rapporto costante con le altre università come pure con il tessuto sociale e gli attori politici, istituzionali ed economici. E che vive con attenzione, e da protagonista, anche i cambiamenti che riguardano le professioni sanitarie con la riforma per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina al vaglio del Parlamento. L’Università degli studi dell’Insubria, infatti è non solo un Ateneo, ma anche un riferimento per il mondo della Medicina e Chirurgia dell’Ospedale di Circolo-Fondazione Macchi di Varese».
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Alessandro Fermi, assessore della Regione Lombardia a Università, ricerca e innovazione: «Se vogliamo che la Lombardia continui a recitare un ruolo da protagonista nel panorama economico mondiale è fondamentale che il nostro Sistema universitario rimanga un’eccellenza e mantenga la sua attrattività nei confronti di una platea il più vasta possibile. Proprio con questo obiettivo ho voluto introdurre una nuova misura rivolta agli Atenei lombardi, che finanzia le strutture tecnologiche, affinché siano sempre più all’avanguardia. La risposta alla manifestazione di interesse che abbiamo pubblicato è andata ben al di là di ogni più rosea aspettativa, con una cinquantina di progetti presentati. L’Università dell’Insubria, in particolare, ha risposto alla prima fase presentando tre importanti progetti di nuova realizzazione e potenziamento di infrastrutture di ricerca e trasferimento tecnologico nell’ambito degli ecosistemi dell’innovazione della Salute e Life Science, Nutrizione, Manifattura avanzata, Sostenibilità. L’Insubria è una sfida ampiamente vinta, non solo perché è riuscita ad unire due Province ma perché è riuscita in tutti questi anni a diventare un punto di riferimento per tanti giovani, per tante famiglie e dare delle opportunità sul territorio straordinarie».
Davide Galimberti, sindaco di Varese: «Un ringraziamento a chi ha contribuito a realizzare tutto questo, dove nei due territori iniziavano le prime riflessioni insieme ad alcuni Atenei dell’area lombarda rispetto alla possibilità di un insediamento universitario. Due figure su tutte mi vengono in mente: Giorgio Luraschie Giovanni Valcavi, e insieme a loro tante altre persone hanno contribuito a fare la storia di questa Università e a rafforzare questo territorio, divenuto sempre più ricco dal punto di vista economico, della formazione e della competitività».
Alessandro Rapinese, sindaco di Como: «Quando penso all’Università dell’Insubria penso a un luogo che mi ricorda“casa”. Essa ha saputo creare un livello di sviluppo altissimo, la cui prova oggettiva sono le risorse dei cittadini utilizzate per una ridistribuzione del reddito al fine di garantire un servizio magnifico che è la più alta forma di altruismo che possa esistere: ci sono persone che ne formano altre affinché aumenti il livello di benessere complessivo».
Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese: «Abbiamo la necessità di avere l’Università al nostro fianco e noi, come Provincia, ci saremo col massimo aiuto finanziario possibile affinché l’Università cresca sempre di più, in un percorso condiviso importante».
Fiorenzo Bongiasca, presidente della Provincia di Como: «Questo momento rappresenta un’occasione preziosa per ribadire il valore della conoscenza come motore di crescita e innovazione per il nostro territorio. I miei migliori auguri vanno alla Rettrice Maria Pierro, sotto la cui guida sono certo che l’Università dell’Insubria continuerà a distinguersi per l’eccellenza nella didattica e nella didattica, rafforzando il legale con il tessuto sociale della Provincia».
Dopo i saluti istituzionali, la cerimonia ha dato spazio alle voci della comunità accademica. Per prima è intervenutaLucrezia Maggi, rappresentante degli studenti, che oggi conta 12mila iscritti, con numeri sempre in crescita: «La collaborazione, il dialogo e la relazione reciproca tra studenti e tra studenti e professori erano oggetto di discussione già sette secoli fa, quando Erasmo da Rotterdam parlava dell’amore per la conoscenza in una forma lontana dalla canonica interpretazione del XXI secolo. L’amore, infatti,
non è rivolto al sapere e allo studio in maniera unidirezionale, ma fiorisce nel rapporto di stima e rispetto tra l’educatore e l’allievo. L’educatore è, dal latino educere o educare, colui che trae fuori, colui che plasma l’allievo, come uno sculture che, appunto, “tira fuori” dal marmo un’opera d’arte che in fondo è sempre stata lì. Ed è forse in questo che il mutuo legame tra le parti diviene ancora più chiaro e definito, anche in esegesi moderna».
Per il personale amministrativo, tecnico e bibliotecario dell’Ateneo una relazione diCinziaPaganin: «L’Amministrazione non è retta solo da procedure, processi e procedimenti; ci siamo noi, le persone. Il Capitale umano la cui gestione è più complessa e complicata, rispetto a qualsivoglia procedimento perché c’è una variabile, non di poco conto, che differenzia le due fattispecie: il senso di appartenenza che si declina nel rispetto dei ruoli e dell’istituzione. Io lo constato ogni giorno, nei miei collaboratori, sempre tempestivi e professionali verso tutte le richieste, ma, al contempo, disponibili ed empatici verso gli utenti e le loro esigenze individuali. Lo avverto ogni volta che un tecnico di laboratorio chiede di essere autorizzato a lavorare in un giorno festivo, per completare una coltura o una sperimentazione, per non pregiudicarne il risultato; È tangibile nei momenti in cui ci si confronta e si collabora per trovare una soluzione più efficiente e non perché lo impone un organigramma o una direttiva dirigenziale. Questo, in estrema sintesi, è il contesto in cui opera il personale tecnico amministrativo e bibliotecario».
Internazionalizzazione, innovazione, ricerca, didattica di qualità, responsabilità nella disseminazione della conoscenza sono stati i temi affrontati dalla RettriceMaria Perro, che ha ricordatola storia dell’Ateneo riconoscendo i valori su cui è stato fondato ed è cresciuto negli anni, rammentandoanche due membri della comunità accademica venuti a mancareprematuramente:la studentessaGiulia Vanossi,di Medicina e chirurgia,e Francesco Pallotti, docente di Biochimica e biologia molecolare clinica, che hanno ricevuto il commosso applauso del pubblico. La Rettrice ha concluso con un invito alla cooperazione e all’unità tra le componenti della comunità accademica e tra questa e gli enti e le istituzioni locali, nazionali e internazionali, per consolidare i traguardi raggiunti e incrementare l’eccellenza nella ricerca e nella formazione: «La realizzazione di questi obbiettivi richiede, all’interno della nostra comunità, collaborazione, condivisione, iniziativa, e al tempo stesso l’accantonamento di fraintendimenti, preclusioni, pregiudizi ed esclusioni. Nelle relazioni esterne, visione, intraprendenza, determinazione e capacità di realizzazione. Il nostro Ateneo è ricco di queste qualità, e ciò induce a guardare con ottimismo al futuro. Questo è ciò che l’Università deve dare in un contesto socioeconomico sottoposto a un processo evolutivo che, come sempre accade, comporta elementi di instabilità, accelerazioni e passi indietro, aspirazioni e realizzazioni, senza le quali nessun progresso si verifica».
Infine, la prolusione di Franco Gallo, presidente emerito della Corte Costituzionale, membro dell’Accademia dei Lincei, professore emerito di diritto tributario dell’Università Luiss di Roma, già presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani e Ministro delle finanze del Governo Ciampi, che ha ricevuto dalla Rettrice la medaglia di Ateneo. Nella lectio intitolata «Il ruolo dell’Università nella società contemporanea», l’autorevole professore ha sottolineato il ruolo delle Università nella difesa della tradizione del sapere critico, pur integrando le nuove tecnologie, come l’IA, in modo consapevole: «In un mondo digitalizzato, l’Università è chiamata a educare le nuove generazioni ad un uso critico delle tecnologie, evitando il rischio di un’informazione manipolata e frammentata».
La cerimonia si è conclusa con il Gaudeamus Igitur, l’inno internazionale della Goliardia studentesca, cantato dal Chorus Insubriae: un testo di origine medievale che celebra la giovinezza, la conoscenza eil senso di appartenenza alla comunità accademica.