VARESE – Un nuovo dipartimento è nato all’Università dell’Insubria, attivato ufficialmente il 14 luglio, giorno del 25esimo compleanno dell’ateneo. È il Dimit, Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica, fondato da un gruppo di 38 ricercatori e docenti e caratterizzato da un forte approccio interdisciplinare. L’intento è quello di unire le potenzialità scientifiche dei singoli gruppi di ricerca di area biomedica e clinica e di interagire con altri settori scientifico-disciplinari dell’ateneo, come per esempio quello economico, quello giuridico, quello tecnologico e delle scienze sociali e umane.
Direttore del Dimit è Giulio Carcano, professore ordinario di Chirurgia generale e direttore del Dipartimento interaziendale trapianti di Asst dei Sette laghi, che ha presieduto oggi – 20 luglio – il primo consiglio di dipartimento e nel suo discorso di insediamento ha ricordato i valori fondanti della nuova realtà.
«La parola identificativa del Dimit – ha detto il professor Carcano – è interdisciplinarità, per garantire alla collettività, al malato e al suo nucleo familiare il diritto alla salute attraverso tutti i profili disciplinari. Le caratteristiche portanti del Dimit, tutte mutuate dai valori descritti nel Piano strategico di ateneo, sono: l’attenzione al territorio, all’innovazione e alla interdisciplinarità, la corresponsabilità e il senso di appartenenza, la valorizzazione delle competenze nell’ottica del perseguimento della qualità e dell’eccellenza, la contaminazione dei saperi e l’etica della professione».
Il Dimit è l’ottavo dipartimento dell’Università dell’Insubria e, per competenze, si affianca a Medicina e chirurgia diretto da Luigina Guasti e a Biotecnologie e scienze della vita diretto da Luigi Valdatta; i medici scelgono singolarmente e liberamente a quale dipartimento afferire sulla base del loro progetto di ricerca. La Scuola di medicina presieduta dal professor Alberto Passi funge da coordinamento didattico per i corsi di studio delle professioni sanitare.
Sono 38 i firmatari dell’atto di nascita del Dipartimento di Medicina e innovazione tecnologica, approvato dal Ministero dell’Università e della ricerca; in ordine alfabetico: Fabio Angeli, Lorenzo Azzi, Andreina Baj, Marco Bellani, Marina Borgese, Giampiero Campanelli, Giulio Carcano, Jvan Casarin, Marta Cavalli, Antonella Cromi, Federico Dehò, Daniela Dalla Gasperina, Davide Farronato, Federico Fontana, Greta Forlani, Daniela Furlan, Cristina Giaroni, Francesco Grossi, Giuseppe Ietto, Davide Inversini, Stefano La Rosa, Fabrizio Maggi, Nicasio Mancini, Andrea Moriondo, Daniela Negrini, Luana Nosetti, Federica Novazzi, Marina Protasoni, Mario Raspanti, Marcella Reguzzoni, Nicola Rotolo, Francesca Rovera, Silvia Salvatore, Fausto Sessa, Cristiano Termine, Eugenia Trotti, Massimo Venturini, Piero Antonio Zecca.
Il Dimit sosterrà le competenze dei docenti in diversi ambiti. Per esempio, grazie alle recenti modifiche alla normativa sull’utilizzo dei cadaveri per la didattica sarà costruito un percorso di dissezione anatomica dedicato agli studenti delle scuole di specialità e del corso di laurea in Medicina e chirurgia, utilizzando anche il tavolo di dissezione virtuale Anatomage.
Altri settori che saranno valorizzati sono quelli della chirurgia robotica e della fluorescenza, che sono il futuro della chirurgia mininvasiva per il trattamento delle patologie; della radiologia sperimentale, che rappresenta una reale possibilità di coniugare studi preclinici ed applicazioni cliniche proprio con intento traslazionale; della medicina microbiomica, con collaborazioni interne ed esterne centrate sia sulla parte batterica del microbioma sia sulle altre componenti, oggi meno conosciute, come viroma e micobioma; dell’intervento sul genoma, che apre scenari unici per le terapie genetiche e cellulari e lo studio dei meccanismi patogenetici delle malattie.
Capitolo rilevante per il Dimit è l’intelligenza artificiale: la sinergia tra scienze matematiche, ingegneristiche e mediche può permettere la messa a punto di algoritmi specifici in grado di supportare l’attività diagnostica, chirurgica e, ancor meglio, la tecnologia per lo sviluppo di farmaci e di supporti di riabilitazione. Poi ci sono la telemedicina e la patologia digitale: l’obiettivo è di garantire la miglior formazione possibile sulle nuove tecnologie già utilizzate con lo stimolo per nuove implementazioni, grazie a una collaborazione con le industrie di settore nonché al costante coinvolgimento e dialogo con gli stakeholder.
In generale il Dimit lavorerà anche sui concetti di medicina di genere e di umanizzazione delle cure, ovvero strategie innovative per affrontare i bisogni di salute della persona nella sua totalità. E su quello di Global Health, la salute delle popolazioni nel contesto globale che integra le conoscenze di epidemiologia, economia, giurisprudenza internazionale, scienze del comportamento, etica medica e scienze della comunicazione.
Nell’ambito della terza missione, l’azione accademica rivolta alla popolazione e al territorio, il Dimit attuerà una serie di interventi per trasferire conoscenze di alto profilo con un linguaggio semplice, coinvolgendo attivamente i cittadini nello sviluppo di nuove competenze, nella costruzione di stili di vita più corretti. Per esempio: educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, implementazione di strategie per supportare soggetti con diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento, campagne di prevenzione e promozione della salute, collaborazione con associazioni e mondo del volontariato, percorsi di formazione per figure professionali sanitarie con le competenze per poter erogare servizi e terapie a tutti i soggetti vulnerabili.