Ieri mattina, lunedì 20 giugno, presso il Tribunale di Varese, è stata ricostruita davanti al giudice Davide Alvigini una vicenda risalente al 4 maggio 2020, primo giorno della “fase 2” dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.
L’accaduto
Partiamo dalle premesse. Il 4 maggio 2020 per uscire di casa era ancora necessaria l’autodichiarazione, gli spostamenti erano consentiti solamente per motivi di lavoro, salute o per comprovata necessità, gli assembramenti erano vietati e bisognava indossare la mascherina anche all’aperto.
Per questi motivi, il sindaco di Gazzada Schianno, Paolo Trevisan, quando ha visto quattro persone litigare in piazza Necchi, si è fermato, identificandosi, per chiedere spiegazioni e invitarle a indossare i dispositivi di protezione individuale e a mantenere la distanza di sicurezza.
Sebbene tre delle quattro persone coinvolte nella lite abbiano seguito le indicazioni del primo cittadino, la quarta, un 63enne di origini calabresi e residente a Castronno, non solo non ne ha voluto sapere di indossare la mascherina, ma ha anche iniziato a insultare il sindaco, avvicinandosi minacciosamente a Trevisan.
L’accusa
Il processo verrà ridiscusso in aula a maggio dell’anno prossimo. In quest’occasione verranno ascoltate le testimonianze delle altre tre persone coinvolte nell’iniziale lite e del 63enne, difeso dagli avvocati Matteo Pelli e Corrado Viazzo.
Il cittadino di Castronno è accusato di oltraggio a pubblico ufficiale, per cui rischia la reclusione da sei mesi a tre anni.