La Valletta, 1 lug. (Apcom) – Le “preoccupazioni” del Quirinale sul ddl intercettazioni sono note e chiare agli stessi esponenti “di maggioranza e di governo” con cui il presidente della Repubblica ha avuto contatti. Ma non spetta a Giorgio Napolitano suggerire la strada da seguire per migliorare un testo giunto alla Camera, dopo il voto di fiducia al Senato, tra le proteste dell’opposizione, della magistratura, dei giornalisti. Al capo dello Stato compete il giudizio finale accompagnato dalla firma o meno sulla legge.
Nel giorno della manifestazione della Fnsi contro la `legge bavaglio’ Giorgio Napolitano ribadisce la sua posizione sul ddl intercettazioni. Ricordando, pur senza voler fare polemica, che i suoi consigli “non sono stati ascoltati”. Il capo dello Stato aveva chiesto espressamente di concentrare i lavori parlamentari sulla manovra economica, ma pochi giorni fa è spuntata, con una decisione a maggioranza in capigruppo, la calendarizzazione del ddl intercettazioni alla Camera per il 29 luglio.
A Malta il presidente della Repubblica incontra i giornalisti per la conferenza stampa di chiusura della visita di Stato. Si sa che non ama parlare di questioni italiane all’estero ma davanti alle domande dei cronisti Napolitano vuole fare chiarezza perché, dice, anche sui giornali c’è “un po’ di confusione” sull’argomento. Quali siano i “punti critici della legge sulle intercettazioni approvata al Senato risulta chiaramente dal dibattito in corso e dal dibattito svoltosi in commissione Giustizia alla Camera”, osserva Napolitano facendo sue le preoccupazioni espresse sia “da costituzionalisti che da esperti della materia”. Da questo non si scappa. E su questo è necessario intervenire trovando risposte, solo poi il Colle valuterà “obiettivamente se verranno apportate le modifiche adeguate alla problematicità di questi punti che sono già stati messi in evidenza”.
Sulla linea di una attenta riflessione sul provvedimento senza nessuna corsa in avanti è, ancora una volta in perfetta sintonia con il Colle, il presidente della Camera Gianfranco Fini. Insomma, si è chiesto oggi Fini: “Se Grasso dice che se passa il ddl così come scritto viene archiviato il concetto di criminalità organizzata, vogliamo discuterne?”. “Io – ha ribadito – su alcune questioni non voglio far finta di non vedere: se si va a ragionare, la soluzione si trova. Se al contrario non si può contestare una decisione perché è già presa questo non lo accetto”.
Vep
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