VIZZOLA TICINO Le intercettazioni telefoniche: fondamentali per scoprire reati e incastrare i colpevoli, ma considerate troppo care in tempi di crisi economica.
Capita così che un’azienda che si occupa di «sistemi informatizzati a supporto delle attività d’intercettazione legale delle comunicazioni», che lavora al servizio delle procure e per la sicurezza degli Stati, sia costretta a mettere in mobilità un quarto dei propri dipendenti.
A denunciare la situazione sono le associazioni sindacali. «Area Spa, società tra le migliori in Italia nel suo campo, ha 117 dipendenti e sede a Vizzola Ticino. Il 3 febbraio ha avviato la procedura di mobilità per 41 dipendenti». A colpire, però, sono le motivazioni che, a detta dei rappresentanti di Al Cobas-Cub, sarebbero alla base della crisi aziendale.
I clienti, costituiti esclusivamente da autorità giudiziarie, chiederebbero ribassi di prezzo dal 30 al 50%, anche per contratti già in essere e su prestazioni già effettuate. «Ribassi che sono frutto di indicazioni ben chiare, date dal ministero della Giustizia, di risparmio cieco, indipendentemente dalla qualità del prodotto e dalla quantità e serietà del servizio offerto». Questo si legge nel comunicato rilasciato dai sindacati. «I lavoratori sono molto uniti – spiega Antonio Ferrari, segretario provinciale di Al-Cobas –, ma anche molti risentiti. Negli ultimi tre anni, dal 2008 al 2010, hanno lavorato molto ed ora si trovano in questa situazione».
Fuori dai denti i rappresentanti sindacali lo dicono chiaramente: si parla tanto di lotta alla ‘ndrangheta, ci si vanta dei delinquenti arrestati e poi si va ad intaccare un’azienda considerata tra le migliori in Italia nel settore delle intercettazioni. Tutto questo alle porte di Malpensa e mentre si preparano i cantieri per l’Expo del 2015. Un evento su cui la malavita organizzata avrebbe da tempo messo gli occhi.
Interrogata sulla vicenda, la proprietà ha preferito non commentare, anche in considerazione del settore “delicato” in cui si trova ad operare.
Le organizzazioni sindacali, che nell’azienda agiscono in maniera unitaria, sperano di riuscire a salvaguardare l’occupazione. Venerdì ci sarà un nuovo incontro con l’azienda e poi scatteranno i 30 giorni di tempo, termine ultimo per chiudere la vertenza. La loro speranza è che qualcuno, nei piani alti della politica, si senta chiamato in causa e possa intervenire per risolvere una situazione che mette a rischio la sicurezza di tutti i cittadini.
Tiziano Scolari
e.marletta
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