Rifiuti abbandonati ovunque, un triste scenario che continua a replicarsi. Sono le città che non vogliamo quelle sommerse da materiali di scarto che vengono lasciati ai margini delle strade, nelle viuzze dei centri storici, tra l’erba dei parchi cittadini e in mezzo ai boschi dove si pensa, forse, non possano essere visti. E invece non solo chi va per boschi è costretto a incappare in vere e proprie discariche a cielo aperto – come succede a Samarate –
ma sono le stesse aree verdi a soffrire e a potersi ammalare per colpa dell’incuria della gente. Succede a Gallarate dove nel parco di via Pegoraro, per esempio, troviamo bottiglie di vetro e di plastica gettate con noncuranza nel prato, e succede lungo scalinate in stile liberty della città. Molti cittadini hanno postato sui social immagini dell’inciviltà umana. «Dovremmo prevedere un operatore ecologico al seguito di ogni cittadino», dice il sindaco di Gallarate pensando, ovviamente, a qualcosa di realisticamente impossibile. «Non possiamo che fare appello all’educazione dei cittadini. L’azienda che si occupa della raccolta differenziata risponde puntualmente alle nostre segnalazioni. Ma qui è una questione di educazione». Cartacce, bottiglie, persino siringhe. E dopo che si è pulito, tutto torna come prima.
«E’ deludente», sbotta anche l’assessore all’Ecologia del Comune di Samarate . «Abbiamo trovato ben 14 siti colmi di rifiuti abbandonati in mezzo ai boschi, con addirittura lastre di eternit ridotte in piccole piastrelline». E poi «pezzi lavorati in ferro, farmaceutici, vernici, detriti edili». Dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, lo scorso giugno, sono già stati ripuliti 5 siti ma «sembra una lotta impari» lamenta l’assessore, «perché non appena si pulisce, vengono abbandondati altri rifiuti». Samarate ma anche le frazioni di Cascina Costa e Cascina Elisa non fanno eccezione. «Ci vorrebbe l’esercito», si sfoga Macchi utilizzando un paradosso. «A settembre si cambia marcia. Alla società che gestisce la discarica chiederemo di usare tutte le ore possibili per fare entrare in azione il “ragno” con cui togliere i rifiuti dai boschi e poi, con l’aiuto dei cittadini, attueremo un controllo maggiore». Una telecamera mobile, altre due regalate da un cittadino al Comune, faranno da occhi sempre vispi, ma sarà poi il coinvolgimento della gente ad aiutare a voltare pagina. «Bisognerà iniziare a farsi gli affari degli altri e denunciare quando si vede qualche auto che scarica nei boschi», invita Macchi. E’ paradossale, ad esempio che proprio al confine della piattaforma ecologica di via Milano, si trovi di tutto: dai sanitari a pezzi di ricambio di carrozzeria portati nel bosco anziché all’isola ecologica.