VENEGONO SUPERIORE Siamo alle ultime battute. Perché è stata completata nei giorni scorsi dal procuratore pubblico elvetico Marisa Alfier l’istruzione dell’inchiesta sull’investimento mortale del 5 gennaio del 2010, costato la vita Mariangela Parisi, la commessa di 42 anni di Venegono Superiore.
La donna, dipendente del Fox Town, era stata investita da due auto mentre attraversava via Penate, al termine della sua giornata lavorativa. Da qui il fascicolo aperto dalla magistratura elvetica per stabilire se nel drammatico incidente ci siano gli estremi del reato di omicidio colposo. Approfondimenti, arrivati, ora alle ultime fasi. Non vi sono però elementi di novità, come riferisce la stampa di oltreconfine, per quanto riguarda la ricostruzione eseguita dagli investigatori.
Secondo il perito giudiziario, l’ingegner Massimo Dalessi, il giorno dell’incidente la vittima indossava abiti scuri e l’illuminazione sul luogo dell’incidente era scarsa. Inoltre la donna sarebbe stata vista all’ultimo momento e la velocità della prima auto, una Renault guidata da un uomo di 36 anni del Mendrisiotto, che l’ha investita sarebbe stata entro il limite dei 50 chilometri orari. La donna poi fu travolta da un’altra auto, una Suzuki guidata da una donna di 34 anni del Varesotto, che non ebbe tempo di reazione. Questa la ricostruzione del drammatico investimento effettuata al termine di una perizia e del supplemento di approfondimenti tecnici che hanno individuato tra le concause dell’investimento mortale la scarsa illuminazione e gli abiti scuri indossati dalla donna di Venegono che ne avevano reso difficile l’individuazione.
In base alle analisi del perito Dalessi, incaricato di accertare e ricostruire tecnicamente la dinamica dell’incidente, sembra escluso che il 36enne del Mendrisiotto, al volante della Renault che investì per prima la donna, stesse procedendo a una velocità superiore al limite di 50 chilometri orari. La ricostruzione, elaborata anche al computer, si fonda oltre che sul racconto degli automobilisti coinvolti, anche sulle condizioni ambientali, compreso il buio e la scarsa illuminazione della via, e sui rilievi eseguiti dagli specialisti della polizia scientifica. Per questo le difese puntano al decreto di non luogo a procedere nei confronti dei due indagati, mentre per i legali della famiglia Parisi ci sono tutti gli estremi per il reato di omicidio colposo. La decisione del Ministero pubblico è attesa per i prossimi giorni.
b.melazzini
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