A cinquant’anni dalla tragedia di Montecarlo nella quale perse la vita , il grande pilota della Ferrari è stato ricordato dall’ex sindaco di Azzate, . L’ex primo cittadino, grande appassionato di motori e di Ferrari in particolare, ebbe modo di incontrarlo per le vie di Modena, dove ai tempi stava studiando, proprio pochi giorni prima di quel fatale gran premio. Un incontro incredibile, con il senno del poi dal sapore amarissimo.
La dolorosa suggestione di quell’incrocio è ancora vivo nelle parole dell’ex sindaco, a maggior ragione nel mese in cui cade il cinquantesimo della morte del pilota. Il 10 maggio del 1967, infatti, Bandini morì in un ospedale di Montecarlo dopo aver trascorso in condizioni gravissime le ultime settanta ore di vita dopo la tragica carambola avvenuta nel circuito del Principato, seconda prova del mondiale di Formula Uno del 1967.
«Lo conoscevo di vista – ha raccontato Dell’Acqua – ma un giorno a Modena decisi di avvicinarlo per salutarlo. Era davvero una persona perbene, non aveva alcuna arroganza, pur essendo un pilota importante della Ferrari. Aveva appena vinto una gara, la 1000 chilometri di Monza con la Ferrari e qualche giorno dopo avrebbe dovuto partecipare al Gran Premio di Monte Carlo. Parlammo per diversi minuti e intuì la mai grande passione per i motori. Tanto che a un certo punto mi disse che se avevo voglia al suo ritorno da Monaco, con lui alla guida, mi avrebbe fatto fare un giro su un nuovo prototipo della Ferrari».
«Per me, grande appassionato di macchine e di Ferrari, era un sogno – ricorda ancora Dell’Acqua – Mi diede il suo numero di telefono, ma purtroppo non sarebbe più tornato da Monaco. Ancora oggi a ripensarci, quelle parole mi fanno un certo effetto. È davvero impressionante pensare che pochi giorni prima della tragedia mi disse quella frase. Rimasi scioccato quando alla televisione sentii la notizia che Bandini era rimasto vittima di questo gravissimo incidente. Rimasi senza parole per un po’». La macchina si ribaltò sull’asfalto, dopo aver colpito con il mozzo posteriore una bitta di ormeggio delle navi nascosta da uno striscione pubblicitario: decollò e ribaltandosi prese fuoco.
Tra i primi a intervenire sul circuito ci fu il principe Juan Carlos, amico di Bandini. I pompieri domarono l’incendio, ma il pilota era rimasto ferito in maniera gravissima: su buona parte del corpo erano presenti ustioni profonde che non gli lasciarono scampo. «Prima di partire per Monte Carlo – ha sottolineato Dell’Acqua – Bandini mi aveva confidato di essere preoccupato per le condizioni in cui si correva a Monte Carlo. Lo aveva considerato un circuito pericoloso, lungo il quale si doveva cambiare tantissime volte marcia. Era molto impegnativo». La stanchezza, infatti, fu ritenuta una della cause del gravissimo incidente.