Nella folla festante convenuta per la riapertura del Minigolf capita di stringere una mano diversa da tutte le altre: «- è l’autopresentazione di un arzillo signore sulla settantina – e sono nato a Palermo. Negli Anni Sessanta, appena arrivato a Varese, sono riuscito a inserirmi nella vita cittadina».
«e sempre qui ho giocato alcune partite con il cantautore Bruno Lauzi. E lo sa che nel 1969, su questo campo, abbiamo persino disputato i campionati italiani?» attacca Di Maria. a scoperchiare una scatola piena zeppa di ricordi e aneddoti, spalancando al contempo un mondo lontano. Quello della Varese dei primi Anni 60, nella quale le erano uno dei centri di aggregazione più frequentati della Città Giardino, al pari del Cinema Centrale e dei Giardini Pubblici.
Nel campo di via sant’Antonio si facevano amicizia destinate a durare per la vita, si andava ad ascoltare la musica dai jukebox, si trascorrevano domeniche di gioco e spensieratezza in compagnia di centinaia di persone. L’ombelico del mondo era lì, anche e soprattutto per un ragazzo di vent’anni migrato dal sud con la famiglia: «Arrivai a Varese nel 1962 – racconta il signor Di Maria – Un conoscente mi portò al Minigolf, il cui gestore dell’epoca era il nonno di , colui che ha condotto il campo fino al 2014, prima della chiusura. Entrai a far parte di un insieme di ragazzi particolarmente bravi e con loro decidemmo di fondare un gruppo sportivo». , sopravvissuto fino al 1976: giovanotti con il giubbino rosso dotato di martingala che non solo si divertivano a sfidarsi sul circuito varesino, ma partecipavano anche ai campionati italiani di specialità.
«Si andava a Intra, a Locarno, a Sanremo. Una volta vinsi quella che fu la prima lavatrice della mia famiglia – ricorda ancora Di Maria – Nel 1969 chiedemmo alla Federazione di poter organizzare noi un campionato, anche se quello di Varese è un park e non un campo, ovvero non è regolamentare. Ci diedero l’ok e ».
Si giocava in quelle buche rimaste praticamente uguali da allora. Il resto è una sorta di “Varese Graffiti”: «Nel bar c’era il , i dischi li sceglievamo noi. C’era però una canzone che partiva in automatico, bastava dare un colpo alla macchina: era Surfin’ Bird dei The Trashman, il pezzo di richiamo per me e mia moglie. Proprio al Minigolf le chiesi di sposarmi». E ancora: «Conobbi , che nel ‘56 si era trasferito a Varese. Veniva al campo e mi diceva: “Rosario, insegnami a giocare”. Frequentavo anche casa sua, dove incontrai : io cucinavo il pesce per loro».
La storia termina con due foto, : la prima è di cinquant’anni fa e ritrae Rosario con gli amici intenti a giocare, la seconda è del 30 settembre 2014, giorno della chiusura del vecchio gestore, stesso punto e stesso gruppo immortalato. «». Sanato però domenica, quando il minigolf ha riaperto le sue porte.