Due ore intense, ricche di canzoni aneddoti e racconti dei suoi venti e più anni di musica tanto è durato lo showcase di Davide Van Des Sfroos sabato sera al Teatro Condominio. «Io non sono mainstream e non punto a fare canzoni “radiofoniche”, ho sempre scritto testi che sentivo “miei” – racconta Davide – Se non fosse stato così il mio progetto si sarebbe esaurito dopo sei mesi ed invece siamo ancora qui».
Ed al suo fianco ci sono sempre loro, i “cauboi”, i suoi fan più accaniti con cui, tra una canzone e l’altra ha scambiato battute perchè, come ricorda l’artista «è grazie a loro se oggi posso portare in giro la mia musica».
Proprio il viaggio è una componente fondamentale della sua vita perché «permette di scoprire luoghi e storie che meritano di essere raccontate – ha spiegato il cantautore laghèe – offre la possibilità di conoscere lingue, culture e persone nuove». Impossibile quindi non parlare del percorso che lo porterà a San Siro il prossimo 9 giugno. «Sarà un raduno di amici in cui canteremo e ci divertiremo insieme – spiega Van De Sfroos – perché io porterò la mia musica e la mia storia ma sarete voi a riempire lo stadio». Un rapporto con i suoi seguaci che è vero e profondo tanto che il cantante comasco ha dichiarato che «sarà come bere un bicchiere di vino con tutti voi in una sola grandiosa volta».
Incalzato dalle domande di un giornalista curioso di scoprire indiscrezioni sulla scaletta, Van de Sfroos non si sbottona: «Se vi svelo tutto ora poi che gusto c’è?». Una cosa però è certa: «Non mi vedrete entrare con un vestito di paillettes o sopra ad una mongolfiera» scherza davanti al microfono.
Narrare una storia lunga come la sua in sole due ore di concerto non sarà semplice: «Sceglierò i pezzi simbolici ma anche quelli che più si adattano ad un tempio della musica come San Siro». Per ripassare tutta la sua discografia gratuitamente dai primi di aprile è disponibile anche l’applicazione “Van De Sfroos”. «I tempi cambiano, una volta si chiamava da una cabina con un gettone oggi abbiamo Whatsapp ed internet – conclude il cantante – ed è grazie a questi nuovi strumenti che posso intercettare nuovi pubblici».