“Io, insegnante di 64 anni vivo con 180 euro al mese”

MORNAGO Ex insegnante d’arte precario costretto ora a vivere con uno stipendio di 180 euro mensili frutto del suo lavoro di giardiniere. A lungo, l’uomo si è dovuto accontentare di lavori saltuari; ora, all’età di 64 anni, pur di trovare un piccolo sostegno per andare avanti, ha firmato un contratto da tirocinante. Ma è in difficoltà e chiede una mano al comune di Mornago: «Voglio un contratto vero per un lavoro vero, oppure un sussidio». È

la storia di Umberto Nastasi, anziano residente in paese.
La sua è una storia di sofferenza e difficoltà, una storia di stenti come tante di questi tempi. Siracusano d’origine, tredici anni trascorsi a Calgary in Canada, un diploma all’istituto d’arte di Siracusa e una specializzazione successiva alle Belle Arti di Firenze. Quindi una lunga trafila nel precariato delle scuole italiane, nel ruolo di supplente di educazione artistica in alcuni istituti della provincia. Il contratto per una cattedra, però, non arriva e così, per sbrigare la proprie faccende quotidiane, decide di svolgere qualunque tipo di attività manuale. Lavori saltuari con i quali cerca di tirare avanti. Lo scorso 21 giugno Umberto sottoscrive un contratto di lavoro con una cooperativa di Sesto Calende: «È incredibile – spiega – che qualcuno sottoponga un contratto di questo genere a una persona di 64 anni. Un contratto da tirocinante che normalmente verrebbe offerto ai ragazzini alle prime esperienze lavorative che vivono in casa e non hanno nulla da pagare se non qualche sfizio personale».
Per l’ex insegnante, invece, la vita è dura e non potrebbe essere altrimenti dovendo far quadrare tutti i conti con soli 180 euro mensili, frutto del lavoro settimanale di 4 ore per mattina: «Dei 180 euro che guadagno – prosegue Umberto – circa ottanta li spendo per la benzina visto che ogni giorno devo andare a Sesto Calende, da dove poi partiamo con il furgone per i diversi posti dove devo lavorare. Con quel che mi resta pago le bollette o mangio. Se decido di pagare le bollette, niente cibo. Insomma dopo tutto la matematica non è un’opinione».
Umberto, senza voler offendere o incolpare nessuno, si limita a raccontare la sua vicenda. È determinato e chiede solo che gli venga data una mano per condurre una vita decorosa: «Voglio un contratto vero, un lavoro che mi permetta di sopravvivere per poter condurre un’esistenza dignitosa. Come fa una persona ad andare avanti con uno stipendio di 180 euro? È impossibile, così non ce la si fa». Il sindaco di Mornago, Paolo Gusella, contattato, si è già impegnato a verificare la situazione di Umberto con i servizi sociali e nei prossimi giorni dovrebbe replicare spiegando come potrebbe intervenire il Comune rispetto alla vicenda.
Pino Vaccaro

s.bartolini

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