«Saronno e la provincia di Varese non sono terra razzista» sono le parole di Hammami Saddok, tunisino da venticinque anni in Italia, responsabile del centro islamico di Saronno, ieri mattina al teatro Giuditta Pasta insieme a centinaia di studenti per assistere all’incontro con la ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge.
«Sono a Saronno da venticinque anni – racconta Sadok – e posso dire di aver sempre trovato collaborazione. Da parte del comune, delle istituzioni e delle associazioni che, in zona, a vario titolo lavorano per l’integrazione». Insomma, secondo il referente degli islamici di Saronno, la provincia di Varese è una terra capace di accogliere: «L’integrazione qui è assolutamente possibile, ne siamo la dimostrazione. Anche l’iniziativa di stamattina, l’idea di far incontrare i ragazzi delle scuole superiori con questo ministro è un segnale importante, un’ottima iniziativa per fare il punto della situazione e rendersi conto di quello che si sta facendo per l’integrazione sul nostro territorio».
Il centro saronnese di via Grieg è un esempio da questo punto di vista, spiega Sadok, un punto di partenza per riuscire a parlarsi, dove italiani e islamici di tutte le provenienze possono approfondire la conoscenza delle rispettive culture. E l’invito del sindaco Luciano Porro a partecipare alla mattinata con il ministro è la dimostrazione di questo dialogo aperto, secondo il referente islamico di Saronno. Le proteste leghiste fuori dal teatro non spaventano chi da venticinque anni lavora per l’integrazione: «Erano pochi – spiega – chi lavora per una società più capace di accogliere è la maggioranza. L’ho sperimentato in questi venticinque anni».
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