«Io, nipote di Bossi emigrato in Perù per trovare l’amore»

È cominciata cercando su Facebook altre persone con lo stesso cognome, è finita con un matrimonio e un “trasloco” dall’altra parte dell’oceano. Questa è la storia di , 32 anni, che da Samarate si è trasferito in Perù.

Tutto scorreva senza scossoni. Una laurea in architettura, la collaborazione con alcune società di costruzioni attive tra la Lombardia e il Canton Ticino, la tessera della Lega Nord, lui che è nipote di , la delega ai Lavori pubblici nella giunta del sindaco .

L’estate scorsa Brivio ha lasciato tutto e ha preso un aereo in direzione di Lima. «Sono venuto qui – racconta – per costruire una famiglia insieme a mia moglie».Lei si chiama , «è considerata la migliore mezzosoprano d’opera del Perù e ha un’esperienza internazionale». La conoscenza è nata via Internet: «Chiedevo l’amicizia su Facebook a tutti coloro che avevano il mio stesso cognome».Il primo incontro è avvenuto a New York, dove «abbiamo trascorso una vacanza indimenticabile». Inizialmente lei si era trasferita in Italia, quindi «per via della crisi che ha colpito in particolar modo il settore dell’opera» è tornata in Perù. E il futuro marito l’ha seguita poco tempo dopo.

«Oggi vivo a Lima, la capitale, una città di 10 milioni di abitanti».In questo momento Brivio non può lavorare, ma ha già qualche idea: «Negli ultimi mesi ho contattato diverse società italiane per cercare di portare i loro marchi e prodotti in questo mercato emergente». Anche se i risultati non sono stati dei migliori: «Tante mail inviate, alcune chiamate e poche risposte. Sarà la crisi».Tentativi più strutturati li potrà fare una volta ottenuta la “Carnee di Extranjeria”, ovvero il permesso di soggiorno. Il primo passo «per diventare cittadino peruviano tra tre anni». Sì, perché nella testa di Brivio non c’è un ritorno in Italia. Certo, «a Samarate ho lasciato la mia famiglia e tanti amici, oltre alla politica, che certamente mi manca», ma il suo progetto di vita ora è accanto a Josefina, con vista sull’Oceano Pacifico.

L’ex assessore non vuole però che si parli di lui come di un giovane che ha lasciato un Paese che non gli garantiva prospettive. «Sono venuto qui per cercare indubbiamente nuove esperienze lavorative, ma principalmente per costruire la mia famiglia – spiega – Ho amici che veramente mollano tutto e se ne vanno all’estero, senza un appoggio, con pochi soldi in tasca e tanta volontà». Il suo«non è stato un salto nel buio. La famiglia di mia moglie mi ha accolto a braccia aperte». A dividerlo dall’Italia oggi ci sono diecimila chilometri, 7 ore di fuso orario e, per ora, nessuna voglia di tornare indietro. «Mai dire mai – conclude – se un giorno dovessimo decidere di ritornare, sarà una scelta importante. Ma oggi per noi il futuro è qui in Perù».

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